Indagine Elis su giovani e web: necessaria maggiore consapevolezza da parte dei genitori
Serve una maggiore consapevolezza dell’utilizzo del web e delle sue infinite possibilità,
ma anche dei rischi per i più piccoli: solamente il 17% dei genitori italiani con
figli minorenni infatti ha installato sistemi di protezione della navigazione web
in casa. Lo sottolinea l’indagine Elis, "La difesa dei bambini su Internet, un problema
di tutti: cosa ne pensano gli italiani", presentata ieri a Roma. Quanto i genitori
italiani sono dunque consapevoli dei pericoli del web e quanto proteggono opportunamente
i propri figli durante la navigazione in Rete? Irene Pugliese l’ha chiesto
a Michele Crudele, direttore del portale Elis sulla difesa dei minori.
R. – Alla
domanda: “Ha installato i sistemi di protezione della navigazione Internet per i suoi
figli?”, rispondono solamente i genitori di figli minorenni. Solo il 17 per cento
ha fatto qualcosa. Tutti sono d’accordo che bisogna farlo ma poi, in realtà, per ignoranza,
incapacità e pigrizia non lo fanno.
D. – Parliamo delle strategie difensive:
il genitore, ovviamente, deve proteggere suo figlio, ma è molto frequente che i figli
conoscano delle tecnologie che i genitori ignorano quasi totalmente. Come possono,
dunque, essere difesi?
R. – I filtri che si applicano ai computer per
impedire la navigazione su siti pericolosi non sono infallibili. Il ragazzino, però,
normalmente va da un’altra parte a navigare senza protezioni su Internet: a casa dell’amico,
in un Internet point, in una rete wireless pubblica. Il problema, quindi, non si risolve
solo con un filtro sul computer, ma attraverso un dialogo tra il genitore ed il figlio,
che è sempre il primo deterrente di qualsiasi problema per un bambino.
D.
– Come si potrebbe e ci si dovrebbe accorgere che un minore viene molestato da qualcuno,
su Internet?
R. – Ci sono soprattutto degli atteggiamenti di asocialità,
situazioni nelle quali il bambino non vuol far vedere che succede qualcosa, non vuole
far vedere lo schermo del computer mentre naviga. Ci sono dei segnali che fanno capire
che c’è qualche disagio.
D. – Secondo l’Istat i bambini tra i 6 e i
10 anni che usano Internet sono passati, dal 2005 al 2010, dal 13 al 37 per cento.
Qual è il giusto atteggiamento dei genitori nell’affrontare questa realtà: questi
bambini così piccoli che si avvicinano a questo strumento?
R. – Il mio
consiglio per questi bambini così piccoli è di adottare il meccanismo della “biblioteca
di casa”: non dare cioè l’accesso a tutta la Rete ma solamente ad alcuni siti utili
ai fini scolastici, ludici e creativi. Questa non è censura. (vv)