Il 23 settembre ricorsco all'Onu per il riconoscimento della Palestina
La domanda di riconoscimento di uno Stato di Palestina da parte dell'Onu sarà presentata
il prossimo 23 settembre. Lo ha ribadito oggi a Ramallah il ministro degli Esteri
dell'Anp. Il ricorso prevederà anche la richiesta di ammissione piena se gli emissari
dei vertici internazionali non presenteranno prima di allora ''proposte credibili''
per un rilancio del negoziato con Israele. Il servizio di Fabrizio Angeli:
Congelare
le colonie nei Territori occupati e riprendere le trattative ripartendo dai confini
antecedenti la guerra dei Sei giorni del 1967, quando Israele occupò la Cisgiordania
e Gerusalemme est. Queste le condizioni poste dalla leadership di Abu Mazen alla diplomazia
israeliana per scongiurare lo scontro frontale al Palazzo di vetro dell’Onu. Condizioni
subito respinte dal viceministro degli Esteri israeliano, Dany Ayalon, che in caso
di successo del ricorso alle Nazioni Unite ha minacciato la revoca di tutti gli accordi
sottoscritti in passato con l’Autorità palestinese. Nelle prossime ore, un corteo
di rappresentanti degli organi internazionali sfilerà davanti a delegati dell’Anp
per convincerli a fare un passo indietro prima del 23 settembre. Ma la Palestina è
oggi un’entità senza diritto di voto che aspira a farsi riconoscere come Stato per
acquisire potere di azione legale contro Israele ed usufruire delle istituzioni commerciali
ed economiche internazionali. D’altra parte il pericolo per Israele è che uno Stato
palestinese formalmente riconosciuto possa minare la sua posizione in Medio oriente,
già scossa dalla “primavera araba”. Nel frattempo, il premier Nethanyahu ha
ordinato l’evacuazione dell’ambasciata israeliana in Giordania ad Amman, per la minaccia
di proteste simili a quelle della scorsa settimana al Cairo. Assieme all’Egitto, la
Giordania rimane l’unico Paese arabo ad avere rapporti diplomatici con lo Stato ebraico.