Colombia: la Settimana del Migrante per ricordare 4 milioni di persone che hanno lasciato
il Paese
Quest’anno la “Giornata del Migrante” è diventata in Colombia la “Settimana del Migrante”.
Si dilata quindi lo spazio tradizionalmente dedicato dalla Chiesa cattolica a pensare,
lavorare e pregare perché cresca la comprensione e l'apprezzamento reciproco tra popoli
e culture. Fra le diverse attività di questa Settimana, che si celebra dall’11 al
18 settembre all’insegna dello slogan "Insieme con i migranti nella diversità, una
sola famiglia", si è svolto il V Forum sulla migrazione, intitolato "Migranti, una
sola famiglia umana nella diversità culturale". Secondo la nota inviata all’agenzia
Fides, nella cerimonia di apertura del Forum, che si è svolto presso la sede della
Conferenza episcopale colombiana, mons. Rubén Salazar Gómez, presidente della Conferenza
episcopale, ha detto che la questione delle migrazioni è “preoccupante” e “purtroppo
la Colombia è un Paese che spinge ad andare via”, visto il gran numero di connazionali
che soffrono per la migrazione interna ed esterna. A questo proposito, mons. Salazar
ha sottolineato che si stima che almeno 4 milioni di colombiani abbiano lasciato il
Paese per diverse ragioni, tra cui i conflitti armati. L'arcivescovo di Bogotà ha
messo in evidenza che "le migrazioni forzate minacciano la libertà degli esseri umani"
e sono il prodotto della “complessità delle relazioni internazionali e dei conflitti
interni, come è il caso della Colombia”. Inoltre a causa delle migrazioni interne
si verifica una crescita sproporzionata delle città. Mons. Rubén Salazar Gómez ha
quindi fatto notare il lavoro svolto dalla Chiesa cattolica nel campo delle migrazioni,
in particolare il lavoro della Caritas colombiana. (R.P.)