Sri Lanka: ancora irrisolti i casi di sparizione di cattolici durante la guerra civile
Il governo dello Sri Lanka indaghi sulla scomparsa di sacerdoti e laici cattolici
durante la guerra civile. E’ quanto chiede la Chiesa srilankese ricordando che, anche
se il conflitto è terminato nel 2009, sono ancora molti i casi irrisolti. La Chiesa
cattolica, che ha pagato un alto prezzo con numerosi sacerdoti e laici assassinati
mentre lavoravano al servizio delle proprie comunità, ribadisce regolarmente la sua
richiesta di spiegazioni sulla scomparsa, in circostanze poco chiare, di sei sacerdoti
e di un numero imprecisato di laici cristiani. Un nuovo appello è stato lanciato il
20 agosto durante una Messa celebrata nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Mandaitivu,
nella Diocesi di Jaffna, in commemorazione della scomparsa – cinque anni fa – di padre
Thiruchchelvan Nihal Jim Brown e del suo assistente Wenceslaus Vincent Vimalathas.
I vescovi dello Sri Lanka - rende noto l’agenzia Zenit - hanno anche denunciato i
casi di aggressione e le continue minacce che, durante la guerra civile, subivano
alcuni membri della Chiesa in “un clima di terrore permanente”. Anche oggi le ferite
sono ancora aperte. “La pace – ha detto recentemente il segretario generale della
Conferenza Episcopale dello Sri Lanka, mons. Norbert Andradi - è ancora un’illusione.
I diritti per le minoranze non vengono rispettati dalla maggioranza. Non si accetta
la presenza di molte lingue, molte religioni e molte culture nel nostro Paese”. La
guerra civile in Sri Lanka è scoppiata nel 1983 e ha visto contrapporsi esercito regolare
e guerriglieri delle Tigri Tamil, favorevoli alla creazione di uno Stato indipendente
nel nord del Paese. In 30 anni di conflitto, si stima che le vittime siano state almeno
70mila. (A.L.)