2011-09-14 14:13:33

Bolivia: la marcia degli indigeni verso La Paz si ferma, aspettando il dialogo


La Chiesa cattolica di Santa Cruz ha lamentato pubblicamente il fatto che il governo non mostri alcuna apertura al dialogo con i nativi che marciano verso la città di La Paz a difesa del Territorio Indigeno Parco nazionale Isiboro Secure (Tipnis), loro habitat, minacciato dalla costruzione di un’autostrada ed ha esortato il Presidente Evo Morales a lasciare da parte l'orgoglio e a rispondere alla richiesta di dialogo. La notizia è arrivata all'agenzia Fides dal portavoce della diocesi di Santa Cruz, padre Edwin Bazan, il quale ha anche chiesto ai settori sociali contrari alla mobilitazione indigena, di non cercare lo scontro e di permettere ai manifestanti di transitare nel territorio della località di Yucumo, nel dipartimento di Beni. Padre Bazan si riferisce concretamente a quanti bloccano il ponte di San Lorenzo, allo scopo di costringere al dialogo leader indigeni e funzionari del governo. "Questo è un appello ai movimenti sociali che sono contro questa marcia: mostrate solidarietà con la richiesta di questo gruppo e lasciateli passare, in modo da poter negoziare con l’unico valido interlocutore che è il governo, senza alcuna pressione" ha chiesto il sacerdote. Ha aggiunto che la Chiesa può essere uno strumento che aiuti il dialogo tra i manifestanti e le autorità di governo, ma che comunque non ha ricevuto alcun invito a questo riguardo da parte dei settori in conflitto. La situazione resta molto tesa: poco prima di diffondere questa nota, si era appena concluso l’incontro fra una commissione del governo, guidata dal ministro degli affari esteri David Choquehuanca, e il gruppo che guida la marcia. Si era giunti ad un accordo provvisorio: il cancelliere si è impegnato a consegnare una risposta scritta del Presidente Evo Morales riguardo alle 16 domande poste dagli indigeni in cui si sottolinea la preservazione del Territorio Indigeno e Parco Nazionale Isiboro Sécure (Tipnis). La lettera dovrà essere consegnata entro la sera di giovedì, intanto tutti i partecipanti alla marcia dovranno rimanere presso la popolazione de “La Embocada”, lungo la via che collega San Borja e Yucumo. La preoccupazione della Chiesa viene anche dal gran numero di persone concentrate nelle zone dove passa la marcia, soprattutto a Yucumo, al fine di evitare lo scontro tra gli indigeni della marcia (circa 1600), i movimenti contro la marcia che aspettano a Yucumo (circa 1900 persone) e le forze di polizia inviate per garantire la sicurezza (circa 800 elementi) che, secondo le autorità non devono assolutamente intervenire. (R.P.)







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