Swaziland: negato l’accesso all’informazione pubblica per “motivi di sicurezza"
Molti funzionari pubblici dello Swaziland non ritengono che l’accesso all’informazione
sia un diritto di tutti bensì un privilegio che può essere ritirato in qualsiasi momento.
Se per i cittadini adulti è difficile avere informazioni pubbliche, per i minori è
del tutto impossibile. Si tratta di un fenomeno particolarmente grave in un Paese
dove il 26% delle persone nella fascia di età tra i 15 e i 49 anni sono contagiate
dal virus dell’Hiv e dove, secondo le stime dell’Unicef, circa 70 mila bambini sono
orfani a causa di questa malattia. A causa di questa situazione, il numero di bambini
capo famiglia è molto elevato, e per loro sarebbe indispensabile avere accesso all’informazione,
visto che hanno la responsabilità di prendere decisioni sulle questioni familiari.
Le istituzioni pubbliche nel Paese - riferisce l'agenzia Fides - negano l’accesso
ai cittadini sostenendo che le informazioni richieste relative alla sicurezza nazionale,
alla privacy, ai segreti commerciali, alla sicurezza pubblica potrebbero minacciare
l’efficacia dei governi decisionali. Al riguardo è stato promosso uno studio “Right
to Know, Right to Education project”, al quale hanno aderito Swaziland, Ghana, Malawi,
Kenya, Uganda e Zambia. La ricerca si occupa del diritto all’informazione per tutti.
L’informazione è uno degli strumenti principali che devono essere a disposizione dei
cittadini per mantenerli aggiornati su qualsiasi tematica e questo progetto dovrebbe
aiutarli anche nell’impatto sull'educazione dei propri figli attraverso la partecipazione
al processo decisionale delle scuole. Nel Paese l’accesso all’informazione è vietato
anche ai giornalisti. (R.P.)