2011-09-12 15:25:20

Ricomincia la scuola per 8 milioni di studenti italiani


Primo giorno di scuola per circa 8 milioni di studenti in Italia. Gli iscritti al nuovo anno scolastico diminuiscono nel Nord-Est, nel Sud e nelle Isole e aumentano invece nel Nord-Ovest e nel Centro. La campanella ha suonato per la maggior parte delle regioni italiane, il 14 settembre sarà la volta di Campania e Toscana, il 15 si uniranno anche Puglia, Sicilia e Sardegna. Ultimi a sedere sui banchi gli studenti di Basilicata, Emilia Romagna e Abruzzo che inizieranno lunedì 19 settembre. Oltre 30mila i nuovi insegnanti in cattedra, ma non mancano le polemiche. Massimiliano Menichetti.RealAudioMP3

Non mancano contestazioni e polemiche sui tagli nel giorno in cui suona la campanella per 7 milioni 830 mila alunni, dislocati in oltre 9 mila 500 istituti. Il ministro dell’Istruzione Gelmini, augurando un buon inizio di anno scolastico, ha ribadito che il sovraffollamento nelle scuole è presente secondo i dati ufficiali solo nello 0,6 per cento dei casi, che il tempo pieno non è stato ridotto e che gli insegnanti di sostegno sono 94 mila: “Il picco – ha detto – più alto nella scuola italiana”. Iniziative di ragazzi come i “flash mob”, che in gruppo mostrano una calcolatrice per sottolineare i tagli alla scuola, si registrano comunque in varie città italiane: a Roma anche due sit-in davanti al Ministero dell’Istruzione dei docenti di latino e greco, rimasti senza cattedre. Annunciate proteste in 13 regioni italiane. Antonio Nocchetti, presidente dell’Associazione “Tutti a scuola onlus”:

R. - La scuola rappresenta un’irripetibile esperienza di socialità: nella scuola ci si confronta, si cresce; la scuola rimane un’irripetibile palestra sociale, di educazione alla convivenza e alla tolleranza.

D. – Voi manifesterete a Roma il 14 per i diritti dei bambini diversamente abili. I 94 mila insegnanti di sostegno del ministro Gelmini, dunque, non bastano?

R. – La scuola pubblica italiana accoglie, quest’anno scolastico, 202 mila ragazzi con diversa abilità e di questi 202 mila oltre il 90 per cento è gravato da un deficit intellettivo e/o sensoriale. Per cui 94 mila insegnanti sono un numero ampiamente insufficiente. Se noi pensiamo come comunità civile di accogliere i bambini disabili, lo dobbiamo fare avendo un impegno di spesa adeguato.

D. – Presidente, questo non è un problema di questo Esecutivo, in realtà, nessuno se ne è mai occupato...

R. – D’accordissimo sulla sua affermazione. Servirebbe un patto sociale, tra tutte le forze politiche, le quali riconsiderino un’emergenza scolastica, all’interno delle tante emergenze del Paese, quella della scuola per i disabili. Servirebbe un patto sociale fatto da una classe politica credibile e per essere credibili bisogna considerare la politica, come diceva Paolo VI, la forma più alta di carità per un cittadino.(ap)







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