2011-09-12 14:23:31

Dieci anni dopo l’11 Settembre, l’America si ritrova unita nel silenzio e nella preghiera


“Dopo la notte del pianto spunta l’alba della gioia”. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha citato questo passo della Bibbia per sottolineare la voglia di rinascita del popolo americano, a dieci anni dalla tragedia dell’11 settembre. Lo ha fatto parlando, ieri sera, al Kennedy Center di Washington al termine di una giornata intensa vissuta con particolare commozione a New York, Washington e in Pennsylvania i tre luoghi degli attacchi terroristici di 10 anni fa. Centro delle commemorazioni è stato “Ground Zero” a New York dove è stato inaugurato il memoriale che ricorda le 3 mila vittime innocenti degli attentati. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Suono di violino
Il rumore dell’acqua delle grandi fontane, il suono struggente del violino, il tintinnio della campana della memoria. E soprattutto il silenzio. Un silenzio colmo di significato che ha contraddistinto la cerimonia a “Ground Zero”. Un luogo che molti newyorkesi hanno ribattezzato “Ground Hero” in onore dei tanti eroi - vigili del fuoco, poliziotti e comuni cittadini - che hanno sacrificato la propria vita per salvare quella degli altri. E il silenzio, ieri, ha avuto anche le note di “The Sound of Silence”, eseguita da Paul Simon in uno dei momenti più toccanti della giornata:

“The Sound of Silence”
A molti era dispiaciuto che l’amministrazione del sindaco Bloomberg non avesse invitato i leader religiosi all’inaugurazione del Memoriale. Questa assenza non ha, tuttavia, impedito che il richiamo a Dio, alla dimensione spirituale fosse fortemente presente in tutti i momenti della cerimonia. Molti parenti delle vittime - assieme alle foto dei propri cari e alla bandiera americana - portavano con sé una croce. Anche le letture scelte per l’occasione hanno avuto un forte contenuto religioso:

“God is our refuge and strength…”
“Dio è il nostro rifugio e la nostra forza – ha detto il presidente Barack Obama, leggendo un passo del Salmo 46 – perciò noi non temeremo anche quando fosse sconvolta la terra”. Il suo predecessore, George W. Bush, ha scelto il passo di una lettera del presidente Lincoln ad una madre che aveva perso cinque figli nella Guerra Civile. Anche qui, è risaltato il richiamo a Dio come Consolatore nelle tribolazioni:

“I pray that our Heavenly Father…”
“Prego che il Signore possa alleviare l’angoscia del Vostro lutto e lasciarvi solo la cara memoria di quanto avete amato e perduto”. Commossa l’invocazione a Dio di Rudolph Giuliani, il sindaco di New York all’epoca dell’11 settembre, che ha ricordato innanzitutto le famiglie delle vittime che quel giorno hanno visto sconvolta la loro vita per sempre:

“God bless every soul that we lost…”
“Dio benedica ogni vita che abbiamo perduto – ha detto Giuliani – Dio benedica tutti i familiari che hanno dovuto sopportare questa perdita”. E proprio la lettura dei nomi delle vittime da parte dei parenti è stato il momento più commovente. Quest’anno poi sono state ricordate tutte le vittime degli attentati dell’11 settembre, non solo quelle di New York, e assieme a loro le vittime dell’attentato del 1993 al World Trade Center. 2983 nomi di oltre 90 nazionalità, che hanno reso evidente come l’11 settembre non sia stato solo un attacco contro l’America ma contro tutta l’umanità:

and my beautiful daughter Laura Angilletta. Laura, we love you. We miss you. Laura ti voglio tanto bene. Sarai sempre nel mio cuore…

“Caro papà – ha detto un bambino di 10 anni leggendo il nome del padre – non ho potuto conoscerti, ma voglio che tu sappia quanto è brava la mamma a crescermi”. “Avrei voluto che mio padre – ha detto un altro ragazzo – mi insegnasse a giocare a baseball, a guidare, a invitare a cena una ragazza”.

New York, la città che non dorme mai, ieri si è fermata e nel silenzio si è ritrovata per guardare con rinnovata speranza al futuro.

(The Sound of Silence)







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