2011-09-12 08:40:44

Cile: i vescovi ripropongono il loro documento contro la depenalizzazione dell'aborto


Con un ampio documento, intitolato “Il clamore della vita degli innocenti”, i vescovi cileni hanno risposto ieri ad alcuni politici e legislatori che in queste settimane hanno aperto un dibattito sulla possibilità di depenalizzare l’aborto; possibilità contro la quale si espresso anche il Presidente cileno Sebastián Piñera. I presuli, che hanno scelto simbolicamente la festa liturgica dei Martiri innocenti per rendere noto il loro pronunciamento, si rivolgono sia ai cattolici così che i legislatori e le autorità. “Vogliamo - scrivono i vescovi con riferimento specifico ai tre casi per cui si propone la depenalizzazione dell’aborto: pericolo di vita per la madre, grave malformazione del feto e gravidanza frutto di una violenza - offrire alcune luci per il discernimento” consapevoli “del dolore che vive una madre e la sua famiglia” in situazioni di questa natura, “che nonostante siano limitate, provocano angoscia, incertezza e sofferenze di fronte alle quali nessuno può restare indifferente. Di fronte a situazioni di questo tipo”, prosegue la nota dei vescovi cileni, si devono cercare delle risposte che siano “rispettose della vita, sia della madre sia del figlio” e al tempo stesso lo si deve fare “nella cornice giuridica che rifletta un profondo rispetto per la vita umana”. Tale rispetto deve anche impregnare - rilevano i vescovi - l’intero sistema sanitario e i servizi per la salute pubblica così come la medesima società in cui si vivono queste realtà. Occorre non dimenticare, osserva la dichiarazione, l’importanza “dell’educazione di quei valori che sono in gioco”: rispetto della vita, cura dei più deboli, solidarietà, compassione e giustizia. “Riteniamo che queste siano le questioni sulle quali dobbiamo discutere”. Sono le risposte che saranno date a queste sfide quelle che “segneranno” la condotta da seguire “di fronte alla madre e al figlio e quelle che costruiranno sia l’anima nazionale sia la cultura del Paese”. I vescovi, citando parole dell'enciclica 'Evangelium vitae' di Giovanni Paolo II ribadiscono “che l'uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale” e poi osservano: “Questo principio etico, profondamente umano, è precedente al cristianesimo” e fa riferimento all’uso della ragione “quando si tratta di proteggere la vita dell’essere umano non ancora nato e dunque il rifiuto della legalizzazione dell’aborto”. Il documento prosegue analizzando le tre situazioni sulle quali si parla per chiedere una depenalizzazione dell’aborto e conclude: “Ci sembra più ragionevole domandarsi sulla nostra capacità per generare istanze capaci di accompagnare in modo adeguato, sia la madre sia la sua famiglia, senza fare ricorso alla distruzione di una vita”. Ci auguriamo che in questi giorni in cui celebravamo la nascita di Gesù “accresca in tutti noi l’amore per la vita, il rispetto della vita di tutti, e soprattutto, il dovere che tutti abbiamo di proteggere la vita dei piccoli, dei sofferenti e dei più poveri della nostra società”. (A cura di Luis Badilla)







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