Venezia premia la cultura ed ignora il cinema di cassetta: Leone d'oro al "Faust"
del russo Sokurov
Consegnati ieri sera nel corso della cerimonia di chiusura, in Sala Grande, i Leoni
e i premi della Mostra del Cinema di Venezia. Aleksandr Sokurov, ritirando il Leone
d’Oro per il suo “Faust”, mette in guardia: “Dobbiamo fare il possibile per difendere
la cultura, che non è un lusso ma la base per lo sviluppo della società". Il servizio
di Luca Pellegrini:
Giuria di
buon senso, una volta si sarebbe detto. Giuria coraggiosa, si traduce oggi. Perché
non è affatto scontato che, anche in un Festival di Cinema che ancora si chiama Mostra
d’Arte, vengano riconosciute e premiate quelle opere che forse non riempiranno le
sale e le borse dei distributori, ma onorano gli artisti, l’intelligenza, la grande
tradizione e l’attualità. Insomma, bandito il fattore commerciale, Venezia premia
la cultura. Tanto complesso nella sua formulazione quanto affascinante nella visione
capace di rapire i sensi, è il “Faust” di Sokurov, opera monumentale e colta sull’eterno
scontro tra male e bene, discesa negli abissi dell’anima e nella resurrezione della
coscienza, pellegrinaggio estremo – anche per lo spettatore – ma doveroso, sui passi
del tormentato eroe goethiano che in mano al regista russo diventa meditazione sui
contrasti della vita, le ansie delle risposte, le tempeste dei dubbi, eros e thanatos
che ancora una volta si danno battaglia sul corpo e nell’anima dell’uomo. Memorabili
le interpretazioni, recitazione in tedesco, uso del cinema come strumento di conoscenza.
Superbo e duro. E la giuria fa altre scelte onorevoli e equilibratissime: “People
mountain people sea” del cinese Cai Shangjun riceve giustamente il Leone d’argento,
film che stritola il cuore, come quello di un uomo che cerca vendetta in un paese
difficile, alla deriva, e che per ottenerla gestirà una apocalisse umana dalle cui
ceneri, metaforicamente, forse potrà nascere qualche cosa di nuovo, se non di buono.
Impressionante. Poi ecco che la Giuria riconosce il problema delicatissimo e urgente
del fenomeno immigratorio, vero protagonista a Venezia: Crialese e la sua “Terraferma”,
ossia il miraggio di barche del dolore e della speranza che solcano i nostri mari
e Guido Lombardi, alla sua opera prima con “La-Bas”, extracomunitari e camorra nel
sud dell’Italia. Attore e attrice: Michael Fassbender, in “Shame-Vergogna” disperato
e vuoto, consuma le sue notti soffrendo dolorosamente per un consumo patologico del
sesso, tutto il contrario della delicatissima cinese Deane Yip, una anziana in pace
con la vita che in “A simple life” attende serena la morte.