2011-09-11 08:51:48

Pakistan, l’impegno della Fondazione Shahbaz Bhatti per le vittime dell’estremismo


“Una piattaforma che assicura riparo, assistenza e protezione” per tutte le vittime delle violenze in Pakistan. Così Paul Bhatti - fratello del ministro cattolico per le Minoranze assassinato il 2 marzo scorso da un commando estremista islamico per la sua lotta contro le leggi sulla blasfemia - descrive l’azione della neonata Fondazione Shahbaz Bhatti, che ha da poco ricevuto il riconoscimento ufficiale del governo. Paul Bhatti, attuale consigliere speciale del premier per le Minoranze, spiega ad AsiaNews che la Fondazione ha lo scopo di promuovere i valori dell’umanità e l’armonia fra religioni. Egli ribadisce che “al momento nessuno può ritenersi al sicuro” in Pakistan, dove attacchi di estremisti uccidono decine di persone ed omicidi mirati continuano a colpire obiettivi politici, attivisti, leader religiosi. La Fondazione Bhatti contribuisce alla lotta contro le violenze, offrendo assistenza e protezione alle vittime per 24 ore su 24, 7 giorni alla settimana. Gli esperti della Fondazione offrono anche tutela legale e consulenze giuridiche. In merito alle indagini relative all’omicidio del fratello, Paul chiede di “attendere gli esiti finali” del lavoro degli inquirenti, che ringrazia “per il loro impegno” alla ricerca della verità. Paul Bhatti sottolinea che l’impegno politico per il Pakistan, nazione in cui è tornato dopo molti anni trascorsi in Italia, “non è stata un’opzione”, ma una scelta da compiere guardando all’esempio del martire Shahbaz. “La sua morte ha costituito una grande perdita non solo per il sottoscritto – sottolinea ad AsiaNews – ma per tutta la nazione”. La fede cristiana e l’impegno politico, aggiunge, lo hanno spinto ad accettare l’incarico, perché “se uno dei miei fratelli o sorelle è in difficoltà, come posso sedermi e guardare?”. Infine, Paul Bhatti ricorda le misure volte a tutelare le minoranze al vaglio del legislatore, fra cui il Protection Bill, che garantisce in particolare a indù, sikh e parsi il riconoscimento giuridico del matrimonio. Intanto, il governo federale pakistano ha impresso una stretta su Ong straniere e gruppi che intendono portare sollievo alla popolazione. Questa censura ha lasciato il campo libero agli estremisti islamici pakistani – alcuni dei quali messi al bando – che possono operare in piena libertà e relegare ai margini le minoranze. (M.G.)







All the contents on this site are copyrighted ©.