Gli Usa ricordano a Ground Zero la tragedia che ha sconvolto l'umanità: le testimonianze
del comandante dei vigili del fuoco di New York e del parroco di St. Peter’s
Gli Stati Uniti si apprestano in queste ore a commemorare le quasi tremila vittime
degli attentati dell’11 settembre 2001. A Ground Zero il presidente Barack Obama e
il suo predecessore George W.Bush siederanno insieme ai famigliari delle vittime recitando
i nomi di chi, dieci anni fa, non tornò mai dalle Torri gemelle del World Trade Center,
abbattute da due aerei dirottati. In serata sono previste celebrazioni anche al Pentagono
e in Pennysylvania, dove si schiantarono altri due velivoli. Imponenti le misure di
sicurezza in tutto il Paese a causa dell’alto rischio di attentati. Il servizio di
Michele Raviart:
Non ci saranno
discorsi ufficiali a New York. Nessuna autorità tenterà di spiegare agli americani
che cos’è stato l’11 settembre, perché pochi eventi hanno segnato il corso di una
nazione come l’attentato che, dieci anni fa, cambiò per sempre la percezione del mondo
di chi si riteneva invincibile dopo i trionfi della Guerra Fredda. Saranno solo i
nomi delle vittime a riempire il silenzio attorno alle fontane quadrate che sorgono
ora dove erano le Torri Gemelle, interrotti solamente da un minuto di raccoglimento
in corrispondenza dei quattro momenti in cui caddero i due aerei a New York e quelli
al Pentagono e in Pennsylvania. Il primo a recitare il nome dei caduti sarà proprio
Barack Obama, seguito dai 334 famigliari delle vittime e dal suo predecessore George
W.Bush. Una cerimonia sobria, quindi, che si svolgerà nella massima sicurezza, alla
luce di minacce di attentati ritenute, “credibili” dal Segretario di Stato Hilary
Clinton. Lo stesso Obama ha invitato i suoi consiglieri per la sicurezza a “non abbassare
la guardia”, ricordando inoltre che “l’America oggi è più forte e Al-Qaeda è sulla
via della sconfitta”. Dopo le commemorazioni in Pennsylvania e al Pentagono, il presidente
Obama raggiungerà in serata il Kennedy Center di Washington, e solo in quest’occasione
parlerà al Paese.
E questa mattina una messa di suffragio è stata celebrata
nella cattedrale di San Patrick a New York per ricordare i vigili del fuoco della
città, spesso definiti “i più coraggiosi tra i coraggiosi” e i veri eroi dell’11 settembre.
Presente alla cerimonia anche il sindaco Bloomberg che ha ricordato come “questa sia
una settimana orribilmente difficile per i vigili del fuoco di New York e per tutti
noi”. Nel terribile giorno degli attentati, morirono infatti 343 pompieri, oltre un
decimo di tutte le vittime. Ma grazie al loro sacrificio, moltissime vite furono salvate.
A guidare il Dipartimento dei Vigili del fuoco di New York all’epoca c’era Daniel
Nigro, che in questa intervista di Alessandro Gisotti confida i suoi sentimenti
nel 10.mo anniversario degli attentati:
R. – Certainly,
I have learned that time does not dull the senses, … Sicuramente ho imparato
che il tempo non attenua i ricordi che sono ancora molto presenti, in particolare
i ricordi degli amici cari che ho perduto. Anche se sono passati dieci anni, in alcuni
giorni mi sembra che sia accaduto ieri. Penso che le celebrazioni di questo anniversario
saranno legate a forti emozioni.
D. – Immagino che ci sia sofferenza,
tristezza ma anche speranza, oltre al desiderio di ricordare i 343 uomini dei Vigili
del Fuoco, morti l’11 settembre …
R. – Oh, certainly! It shows us show
important it is … Certamente, perché ci dimostra quanto sia stato importante
… Il sacrificio di queste persone ha colpito la gente in tutto il mondo – anche questo
fa parte dei dieci anni trascorsi. Tutti speriamo in un futuro più luminoso e negli
ultimi dieci anni le cose sono andate un po’ meglio … penso che la gente stia bene.
D.
– I vigili del fuoco sono considerati i veri eroi dell’11 settembre. Alcuni oggi hanno
ribattezzato “Ground Zero” in “Ground Hero”. Cosa significa questo, per lei?
R.
– I think that’s certainly wonderful, because that day there were … Lo trovo
meraviglioso perché quel giorno c’era tanta povera gente che stava morendo nei grattacieli,
e poi sono arrivati gli eroi, i vigili del fuoco; di fronte al grande pericolo, sono
entrati negli edifici per tentare di salvare quella gente: e in effetti, hanno salvato
tante, tante persone e durante queste operazioni molti sono morti. Quindi, sono riconosciuti
“eroi” a buon titolo e in tutto il mondo.
D. – E naturalmente, è impossibile
dimenticare questo sacrificio …
R. – It’s a great sacrifice. When you
see that the family members … E’ un grande sacrificio. Quando poi vedi che
in alcune famiglie ci sono alcuni membri che ancora piangono i loro cari che sono
morti, dieci anni dopo, questo indica la misura del sacrificio, non solo per coloro
che sono morti, ma anche per le famiglie che hanno lasciato …
D. – Come
è cambiata New York in questi ultimi dieci anni?
R. – Certainly, the
Police Department and the Fire Department are more alert … Sicuramente,
sia la polizia sia i vigili del fuoco sono molto più allertati per quanto riguarda
il pericolo del terrorismo; qualche anno fa c’è stato un attentato a Times Square
che abbiamo potuto contenere, per cui non ci sono stati feriti … Quindi, siamo più
attenti alla possibilità di attentati terroristici. Dall’altro lato, vedo che la gente
vive la sua vita, la città è piena di turisti, di gente che va al lavoro … A “Ground
Zero” si sta costruendo alacremente, nuovi edifici e quindi nuova vita: il posto è
vibrante di vita, come lo è sempre stato …
D. – Quali sono le sue speranze
per questo decimo anniversario?
R. – My hope is that in the future we
won’t have to be doing this, that we can … La mia speranza è che in futuro
non dovremo più fare queste cose, che in qualche modo riusciremo a mettere fine al
terrorismo, anche se penso che sarà quasi impossibile; spero che non dobbiamo passare
quello che abbiamo passato qui, né a New York né in alcun’altra parte del mondo! (gf)
Fondata
nel 1785 nella punta sud di Manhattan, St. Peter’s Church è la chiesa cattolica più
antica di New York. Questo piccolo edificio, nel corso di due secoli, ha visto cambiare
radicalmente lo scenario urbano attorno a sé, in particolare dalla metà degli anni
’70 quando alle sue spalle sorsero le Twin Towers. L’11 settembre del 2001, questa
chiesetta divenne un luogo di riparo per quanti fuggivano dal World Trade Center.
Alessandro Gisotti ha chiesto al parroco di St. Peter’s, padre Kevin Madigan,
una riflessione su questo 10.mo anniversario degli attentati:
R. – This
anniversary might provide a kind of a benchmark that we can … Questo anniversario
potrebbe diventare un punto di riferimento, a significare che possiamo iniziare a
ricominciare a diversi livelli … Nel quartiere nel quale vivo, non si fa che costruire,
costruire, costruire … Quando questo memoriale finalmente sarà terminato, diventerà
un punto d’incontro per i familiari e per quelle persone che sono state colpite drammaticamente
… Verremo in questo luogo per piangere i morti e per chiederci cosa abbiamo imparato
dalla loro perdita.
D. – Come è cambiata la sua comunità di South Manhattan
in questo ultimo decennio?
R. – Well, the population has almost tripled!
… Beh, la popolazione è quasi triplicata! Dopo l’11 settembre, si temeva
che la gente non volesse più vivere qui, mentre è successo esattamente il contrario.
La maggior parte della gente che è venuta a vivere qui sono coppie giovani o famiglie
giovani, che hanno voluto iniziare una nuova vita insieme. Negli ultimi anni abbiamo
avuto tantissimi battesimi e questo è un segno di come la vitalità, la vita cresca
in questo quartiere.
D. – Dopo l’11 settembre, molti hanno chiesto dove
fosse Dio. Come risponderebbe lei a questa domanda?
R. – My belief is
that God is always with us, even in the most terrible … Io sono convinto
che Dio sia sempre con noi, anche nelle circostanze più terribili. Questo si è reso
visibile quello stesso giorno, quando abbiamo assistito all’eroismo e al sacrificio
degli operatori di pronto intervento, dei pompieri, dei poliziotti che hanno corso
gravissimi rischi spesso a costo della loro vita per salvare la gente. E poi, anche
nei giorni, nelle settimane e nei mesi successivi tanta gente è venuta per mettersi
a disposizione, per aiutare a trovare i resti di coloro che erano morti e per restituirli
alle loro famiglie … (gf)