Benedetto XVI chiude ad Ancona il Congresso eucaristico e ribadisce: l’Eucaristia
è la via per costruire una società più equa e fraterna
La spiritualità eucaristica è la via per costruire una società più equa e fraterna,
superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione. E’ il messaggio
lanciato stamane da Benedetto XVI giunto in Ancona per chiudere il XXV Congresso
Eucaristico nazionale italiano. Il Papa ha celebrato la Santa Messa e l’Angelus in
riva al mare, nel cantiere navale del capoluogo marchigiano, di fronte a 85 mila
fedeli. Nel pomeriggio il suo 24mo viaggio apostolico in Italia è proseguito nella
città dorica con altri incontri di particolare rilievo ecclesiale e sociale. Il servizio
del nostro inviato Fabio Colagrande:
Atteso con
gioia fin dall’apertura del Congresso, il 3 settembre scorso, Benedetto XVI è giunto
oggi nel capoluogo marchigiano e ha proposto una lineare catechesi sull’efficacia
dell’Eucaristia nella vita quotidiana, tema al centro del raduno ecclesiale. L’uomo
– ha ricordato - oggi rifiuta Dio e si illude di poter trovare pace, benessere e sviluppo
con la forza del potere e dell’economia, ma viene smentito dalla storia. E’ dunque
il ‘Primato di Dio’ che dobbiamo recuperare e possiamo farlo solo partendo dalla sorgente
dell’Eucaristia dove Dio ci coinvolge nel mistero di amore della Croce: Chi
sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può
non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo,
e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato,
condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il
carcerato. E’ dunque un’autentica ‘spiritualità eucaristica’ il vero
antidoto all’individualismo, l’anima di una comunità ecclesiale che sa ‘superare le
contrapposizioni’. E’ questa spiritualità che ci aiuta ‘ad accostare le diverse forme
di fragilità umana’ - ha ricordato Benedetto XVI - e ad affrontare anche la crisi
del mondo del lavoro: Una spiritualità eucaristica è via per restituire
dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione
con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del
precariato e il problema della disoccupazione. Parole che acquistano
significato perché pronunciate in un cantiere navale senza commesse, simbolo delle
difficoltà dei lavoratori del mare. E si rafforzano nel gesto di condivisione che
Benedetto XVI ha compiuto dividendo poi il pranzo con un gruppo di indigenti, ex-detenuti
e cassintegrati in rappresentanza delle sofferenze di tutte le aziende della regione. Nel
pomeriggio il Papa si è spostato sul Colle Guasco, nella cattedrale romanica di S.
Ciriaco, per incontrare sacerdoti e famiglie delle 72 parrocchie della diocesi e proporre
loro una riflessione intrecciata sulla necessità di riconciliare le due categorie
e ricondurre Ordine sacro e Matrimonio all’unica sorgente eucaristica. Benedetto
XVI ha chiesto ai sacerdoti di incoraggiare i coniugi aiutandoli a rinnovare la grazia
del loro matrimonio, invitandoli a essere misericordiosi, anche con quanti,
purtroppo, sono venuti meno al vincolo matrimoniale. E poi si è rivolto alle
coppie di sposi: Amate i vostri sacerdoti, esprimete loro l’apprezzamento
per il generoso servizio che svolgono. Sappiate sopportarne anche i limiti, senza
mai rinunciare a chiedere loro che siano fra voi ministri esemplari che vi parlano
di Dio e che vi conducono a Dio. Infine, nell’ultima tappa del suo 24mo
viaggio in Italia, il Papa ha chiuso il Congresso di Ancona con un appuntamento inedito.
Nella centrale Piazza del Plebiscito ha incontrato 500 coppie di giovani fidanzati
invitandoli ad assumere l’Eucaristia come Sacramento modello della vocazione sponsale.
Ha ricordato anche qui le difficoltà lavorative e descritto la cultura attuale dove
‘le scelte sono esposte ad una perenne revocabilità, spesso erroneamente ritenuta
espressione di libertà’. Ma soprattutto ha voluto sottolineare come la convivenza
prima del Matrimonio non sia affatto ‘garanzia per il futuro’. Bruciare
le tappe finisce per “bruciare” l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi
e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio a Cristo, che è capace
di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile. L’incontro
ha chiuso la giornata anconetana del Papa, breve ma impregnata di cultura eucaristica
e attenta alle difficoltà e alle fatiche dell’uomo di oggi.