Giappone. Prosegue la ricostruzione dopo il terremoto e lo tsunami dell'11 marzo scorso
Mentre prosegue a ritmi serrati la ricostruzione nelle città colpite dal terribile
terremoto e tsunami che l’11 marzo di quest’anno devastò il Giappone causabndo 15mila
vittime e quattromila dispersi, “è impossibile cancellare la ferita nei cuori dei
sopravvissuti”. A dirlo è mons. Martin Tetsuo Hiraga, vescovo della diocesi di Sendai,
tra le aree più colpite dalla tragedia e in prima linea nell’aiuto agli sfollati come
tutta la Chiesa locale, che ha creato diversi centri di raccolta non solo a Sendai,
ma anche a Morioka, Miyagi e Fukushima dove migliaia di volontari, provenienti da
tutto il Paese, si prendono quotidianamente cura delle persone rimaste senzatetto.
Il vescovo ha anche firmato e diffuso un documento che mostra come lo stato dei lavori
di recupero e rimozione delle macerie a Sendai sia a buon punto, a sei mesi dal sisma,
ma manca ancora un piano di ricostruzione a livello nazionale e i primi prefabbricati
saranno assegnati solo nelle prossime settimane, quando diventerà operativa a seconda
fase del piano del governo, a partire dal 15 settembre prossimo. Come riferisce AsiaNews,
oltre al danno materiale, però, sulla popolazione pesa il dramma della perdita e della
disgregazione familiare che si sta cercando di affrontare attraverso l’aiuto di assistenti
sociali. Nel documento del vescovo è contenuto anche il nuovo piano di interventi
che la Chiesa si prefigge nei prossimi mesi: la nascita di nuove parrocchie e di nuove
comunità cristiane, continuando il lavoro di carità e testimonianza di fede all’interno
della società. (R.B.)