Obama lancia un piano da 300 miliardi di dollari per l'occupazione
Sul fronte economico statunitense c’è attesa per il piano da 300 miliardi di dollari
a favore dell’occupazione che il presidente Obama annuncerà questa sera al Congresso,
riunito in seduta comune. Il progetto prevede investimenti per le istituzioni locali
e agevolazioni fiscali per le aziende che assumono. Per il via libera è decisivo l’appoggio
dei repubblicani. In merito alla loro posizione Francesca Baronio ha intervistato
a Washington l’economista Domenico Lombardi:
R. - I repubblicani
si sono resi conto che con il loro atteggiamento intransigente hanno certamente creato
dei problemi all’Amministrazione. Questo si è tradotto un po’ in un effetto boomerang
nei loro confronti. Il pubblico americano vede quest’atteggiamento intransigente dei
repubblicani come un elemento non utile a risolvere l’attuale situazione economica
degli Stati Uniti. E questo, probabilmente, è alla base di un atteggiamento che è
ora più flessibile nei confronti dell’Amministrazione verso quelle misure a favore
dell’occupazione, che non devono tuttavia tradursi in un aumento della spesa pubblica.
D.
- Riuscirà il presidente a convincere il Congresso e ad avere il voto della Camera
bassa, che è a maggioranza repubblicana?
R. - Dalle indiscrezioni trapelate
negli ultimi giorni, sembra che vi possa essere un accordo fra l’Amministrazione democratica
ed i repubblicani su alcune misure, le cui caratteristiche sono state in parte già
discusse nei giorni e nelle settimane precedenti.
D. - Perché il discorso
di Obama di questa sera è così atteso?
R. - Perché il presidente terrà
questo discorso dinanzi alle Camere riunite. Dagli anni Novanta solo cinque volte
i presidenti hanno tenuto altrettanti discorsi e, in tre di queste, cinque volte hanno
aggiornato il Congresso su questioni o relative a guerre in cui gli Stati Uniti erano
implicati, o in atti di terrorismo. E’ comunque sbagliato enfatizzarne eccessivamente
l’importanza, e questo perché l’attuale contesto politico restringe di molto i margini
di manovra dell’Amministrazione. Qualsiasi espansione della spesa pubblica deve avere
il vaglio di un Congresso che è diventato bipartisan, dal quale i repubblicani controllano
la Camera bassa e sono naturalmente restii ad approvare un programma di lavori pubblici
che preveda ad esempio un’espansione della spesa pubblica senza corrispondenti tagli
compensativi.
D. - Gli ultimi sondaggi danno Obama in netta caduta.
Al centro della sfiducia ci sarebbe l’economia e soprattutto la mancanza di nuovi
posti di lavoro. Qual è la nuova ricetta della Casa Bianca?
R. - Attualmente
il deficit pubblico degli Stati Uniti è abbastanza fuori controllo, e questo ha già
causato una serie di controversie con i repubblicani ed ha alimentato incertezze tra
gli operatori dei mercati finanziari, determinando infatti un “downgrade” del debito
pubblico americano. Elemento, questo, senza precedenti nella storia recente americana.
Sono tutti questi vincoli che inducono a ritenere che il discorso del presidente sarà
un discorso al di sotto delle aspettative. (vv)