2011-09-08 14:20:00

Libano-Francia: il Patriarca maronita Béchara Raï sugli sviluppi della primavera araba


Il patriarca maronita Béchara Raï da oggi in pellegrinaggio al Santuario di Lourdes, nel corso della sua visita ufficiale in Francia, ha commentato gli sviluppi della primavera araba che è seguita con attenzione e preoccupazione dalle comunità cristiane d'Oriente. Durante gli incontri all’Eliseo e a Matignon, al Senato e al Quai d’Orsay, mons. Raï - che ha rispettato appieno la tradizione secondo cui, il nuovo patriarca, si reca in Francia per la prima visita ufficiale all’estero - ha ricordato “i timori causati dagli avvenimenti geopolitici, in corso in alcuni Paesi del Medio Oriente”. In particolare - riferisce l'agenzia AsiaNews - per ciò che concerne la Siria, con la quale il Libano mantiene rapporti molto stretti, e dove la Chiesa maronita annovera tre diocesi, il patriarca ha espresso le proprie preoccupazioni nel vedere gli avvenimenti sfociare in una guerra civile o “una deriva verso l’estremismo”. Pur riconoscendo la legittimità dell’aspirazione al cambiamento, il capo della Chiesa maronita ha affermato che non bisogna per questo ignorare le ingerenze esterne, che rendono possibili queste rivolte. Su un piano generale, il patriarca Raï ha dichiarato di essere contrario a una frantumazione del Medio Oriente su basi religiose e confessionali. “Da qualche mese – ha sottolineato in una dichiarazione pubblica – la geografia politica del Medio Oriente ha cominciato a subire delle trasformazioni che hanno provocato in noi imbarazzo e inquietudine”. Egli ha proseguito ricordando che “noi ben sappiamo che delle forze profonde, interne e legittime, manipolano queste società che aspirano a un cambiamento, senza per questo dimenticare anche le ingerenze straniere. Per dirimere questo dubbio e chiarire la nostra posizione tra ciò che accettiamo e quanto respingiamo, noi proponiamo alcuni elementi”. Il patriarca ha ricordato che “per quanto riguarda noi libanesi, e in rapporto ai cristiani d’Oriente, tutte le direttive volte a dividere il Medio Oriente in Stati confessionali sono una tendenza che noi respingiamo. Perché noi crediamo che il pluralismo, nel quale le minoranze si mescolano in armonia le une alle altre, è il migliore dei sistemi per garantire la dignità e la libertà, insieme alla nostra presenza e alla nostra prosperità nel Medio Oriente. Per questo noi proponiamo, a fronte delle derive confessionali di qualunque natura esse siano, il modello di una nazione civile che possa assicurare la divisione tra Stato e religioni, che si basi sui diritti fondamentali della persona umana e riconosca la libertà di culto e garantisca una vita degna e sicura a tutte le minoranze”. Ricevuto al Senato dal presidente Gérard Larcher, il patriarca ne ha approfittato per lanciare un appello ai libanesi, in merito agli sconvolgimenti in atto nella regione, invitandoli a “rafforzare il dialogo all’insegna di una vera riconciliazione nazionale” e di “appropriarsi maggiormente del loro Patto nazionale”. In un messaggio che vale soprattutto per il movimento Hezbollah, egli ha ricordato che “nessuna componente libanese, nelle circostanze attuali, può sobbarcarsi da sola la guida del Libano”. E le divisioni interne, ha aggiunto il patriarca, rendono illegittima la pretesa – di una sola comunità – di “parlare a nome di tutto il Libano”. (R.P.)








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