Chiesa sudcoreana favorevole ad un'inchiesta Onu per crimini contro l'umanità in NordCorea
Aprire un’inchiesta ufficiale dell’Onu sui crimini contro l’umanità che vengono commessi
in Corea del Nord: è quanto chiedono le 25 organizzazioni che operano sul campo per
i diritti umani e la legalità, diffuse a livello internazionale, riunitesi oggi a
Tokyo con l’obiettivo di formare una coalizione della società civile e avviare una
campagna in tal senso, facendo pressione sulle Nazioni Unite. La proposta viene riferita
da fonti dell'agenzia Fides presenti alla conferenza, a cui partecipano associazioni
da Asia, Europa, America Latina e Nord America, fra le quali Amnesty International,
la “Federazione Internazionale per i Diritti Umani”, Human Rights Watch, “Open North
Korea”, “International Center for Transitional Justice, e organizzazioni di ispirazione
cristiana come “Christian Solidarity Worldwide". Le organizzazioni mettono in rilievo
la presenza di “campi di prigionia e rieducazione” diffusi in Nord Corea, dove secondo
alcune fonti, sono rinchiusi oltre 200mila cittadini nordocoreani, sottoposti a torture
e a trattamenti crudeli e disumani. I dissidenti politici con le loro famiglie, spesso
detenuti a vita, subiscono la fame e il lavoro forzato. Mons. Peter Kang, vescovo
di Cheju e presidente della Conferenza episcopale della Corea del Sud, vede l’iniziativa
con favore e dichiara che “l’Onu, con la sua autorità, è l’unico organismo deputato
per una indagine di tal genere. Sarebbe un gesto di carità verso il popolo nordcoreano,
oppresso da un regime dittatoriale, e sarebbe l’unica possibilità e speranza di vita
offerta a tutti coloro che soffrono e muoiono nei campi di prigionia al Nord”, fra
i quali vi sono anche detenuti per ragioni di coscienza e di religione. “Siamo molto
preoccupati per le violazioni dei diritti umani e i crimini contro il popolo nordocoreano
– spiega il vescovo – ma desideriamo tenere aperti i canali di dialogo e di aiuto
umanitario per tenere viva la speranza di riconciliazione e della rinascita della
fede cristiana nel Nord”. Mons. Iginus Kim Hee-jong, arcivescovo di Kwanju, si recherà
in Corea del Nord il 21 settembre prossimo, a capo di una delegazione di sette leader
religiosi, membri della “Koeran Conference of Religions for Peace”, di cui l’arcivescovo
è presidente, con l’obiettivo di “riaprire una strada di dialogo e di pace. (R.P.)