Libia. Gli insorti: imminente la conquista di Bani Walid
Sviluppi importanti nella crisi libica. Mentre sembra imminente la conquista della
città di Bani Walid da parte degli insorti - che parlano di due o tre giorni - fonti
dei ribelli hanno comunicato che Muammar Gheddafi si troverebbe nel sud del Paese
e starebbe inviando ingenti somme di denaro all’estero per organizzare un esercito
di mercenari, allo scopo di riconquistare almeno parte del territorio. Smentite, invece,
le notizie circolate ieri su una fuga del rais in Niger o in Burkina Faso. Appare,
dunque, decisiva in questa fase del conflitto la sorte del colonnello. Francesca Baronio
ne ha parlato con Karim Mezran, direttore del Centro Studi americano di Roma e docente
alla John Hopkins per il Medio Oriente di Washington:
R. – Gheddafi
libero può continuare a fomentare disordini, a fomentare terrorismo, a utilizzare
anche i fedeli che ha lasciato alle spalle per destabilizzare la transizione e quindi
non si può cominciare un vero e proprio processo di transizione con Gheddafi ancora
libero. Infatti, questa è una delle incognite della transizione.
D.
– Che tipo di democrazia possiamo attenderci in Libia?
R. – Per arrivare
a parlare di democrazia in Libia ci vuole ancora parecchio tempo. Innanzitutto è un
Paese che va ricostruito, va riunificato, bisogna ricreare un’identità, una visione
della Libia che oggi si è persa. Il processo di transizione deve prevedere meccanismi
di costituzionalizzazione e di liberalizzazione, questo è fondamentale, ma prima di
parlare di democrazia ci vorrà ancora parecchio tempo. Mi viene da sorridere quando
sento Abdel Jalil dire che tra 8-10 mesi ci saranno le elezioni. In un anno non si
farà neanche a tempo a fare il censimento dei libici e a fare il calcolo di dove si
vota… Interi villaggi sono stati abbandonati… Il certificato elettorale a chi si consegna?
Io spero in un governo di transizione che sia il più rappresentativo possibile e cominci
piano, piano, un processo di riunificazione: cioè, un governo aperto che possa riportare
ordine nel Paese con a fianco un’assemblea costituzionale che abbia al suo interno
tutte le anime della popolazione per preparare - secondo me entro due anni - una costituzione
e la possibilità di votare. (bf)