Kazakhstan. Nuova legge sulle religioni: la Chiesa sospende il giudizio
La Chiesa cattolica “guarda con attenzione una materia importante come la libertà
religiosa, che tocca da vicino la sua vita”, ma sospende il giudizio sulla nuova proposta
di legge che regola la vita delle comunità religiose in Kazakhstan, “in attesa di
conoscere nel dettaglio il disegno di legge che sarà esaminato dal Parlamento”: è
quanto dice all’agenzia Fides mons. Tomas Peta, arcivescovo di Astana, parlando della
nuova proposta di legge sulle religioni, approdata ieri al Parlamento kazako, con
il titolo “Legge sulle attività religiose e sulle associazioni religiose”. Secondo
gli osservatori, la nuova proposta di legge, nella sua formulazione attuale, comporta
un complesso sistema di quattro livelli di registrazione per le comunità religiose;
il divieto di attività religiosa non registrata; la chiusura dei luoghi di culto che
non hanno specifica autorizzazione; una duplice approvazione (dell’amministrazione
centrale e di quella locale) per aprirne di nuovi. La legge – di fatto formata da
due provvedimenti distinti – amplia lo spettro delle possibili “violazioni” e dunque
delle sanzioni, in materia di regolamentazione delle comunità religiose. I provvedimenti
sono stati elaborati dalla nuova Agenzia governativa per gli Affari Religiosi, guidata
da Kairat Lama Sharif, e firmati dal Primo ministro Karim Masimov, che li ha presentati
per l’approvazione del Parlamento, dove il partito “Luce della Patria”, cui appartengono
Masimov e il presidente Nursultan Nazarbayev, detengono la maggioranza. Mons. Peta
rimarca: “La discussione è appena cominciata, ci vorrà del tempo. Come Chiesa cattolica
non abbiamo ancora ricevuto la versione ufficiale del progetto di legge, dunque non
abbiamo avuto modo di esprimere la nostra opinione. Da quanto si apprende dalle notizie
che circolano, il fine del Presidente è quello di combattere l’estremismo e il fondamentlismo
religioso. Staremo a vedere e aspettiamo per giudicare. Seguiremo con molta attenzione
una materia che tocca da vicino la nostra vita”. L'Organizzazione per la Sicurezza
e la Cooperazione in Europa (Osce) ha detto all’agenzia “Forum18”, specializzata sui
temi della libertà religiosa, che il governo kazako non ha chiesto la sua assistenza
o un parere legale sulle proposta di legge. (R.P.)