Dieci anni dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 e con l’uccisione a maggio di
Osama Bin Laden, il generale David Petraeus ha detto addio all'esercito americano
e da oggi guiderà la Cia, la Central Intelligence Agency. Il presidente degli Stati
Uniti, Barack Obama, in una nota ha definito “storica” la carriera militare Petraeus,
soprattutto per il ruolo avuto nelle guerre in Iraq ed Afghanistan. Perché arriva
ora questo nuovo incarico ai vertici dell’Intelligence Usa? Giada Aquilino lo ha chiesto
a Nico Perrone, docente di Storia americana all’Università di Bari:
R. – L’America
è un Paese che crede molto ai simboli: direi che è difficile che una data sia un fatto
casuale, che risponda ad una messa in pensione per raggiunti limiti di età, come si
dice da noi. Deve avere un significato di cambiamento. Un cambiamento in che senso
è ancora difficile dirlo. Un cambiamento necessario perché si va verso le elezioni,
questa è anche un’ipotesi possibile.
D. – Il Washington Post, alla
vigilia dell’11 settembre, ha scritto che la Cia in dieci anni ha cambiato pelle,
passando dalla raccolta e dall’analisi delle informazioni ad una più intensa lotta
al terrorismo sul campo…
R. – Ricordiamo che recentemente è stato ucciso
Bin Laden, il capo, il simbolo del terrorismo. Però il terrorismo non è stato sradicato!
E’ ancora un’insidia molto grave, molto pesante sulla vita dell’America e non soltanto
dell’America.
D. – Quindi verso quale direzione va l’agenzia di Langley?
R.
– Bisogna dire che la direzione dovrebbe essere quella di un maggiore realismo, di
una maggiore aderenza ai fatti, alle evoluzioni, alle trasformazioni, alle differenze
che esistono nel mondo. Obama - forse per primo - ha cominciato a rendersi conto di
queste differenze, proprio quando l’America complessivamente è in un momento difficile,
perlomeno dal punto di vista economico-finanziario. Ma non soltanto questo: è insidiata
da altre grandi potenze, specialmente in Asia. (mg)