La Chiesa messicana chiede di denunciare abusi e violenze contro i migranti
Denunciare abusi, estorsioni, furti e sequestri subiti dai migranti che passano per
il Messico diretti verso gli Stati Uniti. E’ una delle priorità indicate al termine
del XII Laboratorio nazionale per agenti della Pastorale della mobilità umana. L’incontro,
svoltosi dal 29 agosto al 2 settembre a Juchitán ed incentrato sul tema “Per una migrazione
senza violenza”, è stato convocato dal responsabile della Pastorale della mobilità
umana della Conferenza episcopale messicana (Cem), mons. Rafael Romo Muñoz, arcivescovo
di Tijuana. Particolare rilievo è stato dato alla drammatica situazione dei migranti,
soprattutto centroamericani e sudamericani, che arrivano in Messico senza documenti
e si affannano per poter raggiungere la frontiera settentrionale del Paese. Durante
l’incontro – rende noto l’agenzia Zenit – è stato posto l’accento anche sulle condizioni
di alto rischio in cui lavorano gli agenti di pastorale impegnati nella difesa dei
migranti. “Lavoriamo in condizioni di pericolo – ha detto la religiosa scalabriniana
Leticia Gutiérrez Valderrama, segretario esecutivo della Pastorale della mobilità
umana - sotto le minacce di morte del crimine organizzato e senza che lo Stato messicano
promuova condizioni di sicurezza”. Per questo è stata indicata l’urgenza di creare
meccanismi di protezione per i circa 500 agenti di pastorale impegnati nella difesa
dei migranti. E’ stato infine espresso sconforto per il fatto che in Messico, pur
essendo un Paese di migranti, si stia radicando la xenofobia, all’origine di un drammatico
aumento di abusi e violenze. (A.L.)