2011-09-06 15:03:20

Fame nel Corno d'Africa. L'Unicef: rischiano di morire un milione e mezzo di bambini somali


Nel Corno d’Africa si continua a morire per la siccità e per la carestia. Un nuovo appello ad intervenire con decisione è stato lanciato ieri dall’Onu. Il Palazzo di Vetro fa sapere che la grave emergenza umanitaria sta colpendo nuove fasce di popolazione, interessando ora anche la regione meridionale di Bay. Circa 750 mila persone sono a rischio di morte a causa del gravissimo stato di malnutrizione. Le Nazioni Unite chiedono una mobilitazione internazionale ancora maggiore. Un’altra iniziativa di raccolta fondi è stata lanciata dall’Unicef Italia, che mira a salvare la vita alle centinaia di migliaia di bambini particolarmente colpiti in questa emergenza. Federico Piana ne ha parlato con Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia:RealAudioMP3

R. – Di fatto questa è una carestia che coinvolge circa un milione e mezzo di bambini somali, che rischiano la morte e che hanno quindi un immediato bisogno di assistenza. In tutto il Corno d’Africa questa carestia coinvolge quattro milioni di persone, di cui soltanto 330 mila in Somalia sono a grave rischio di malnutrizione e quindi hanno bisogno di interventi immediati.

D. – L’Unicef come spenderà questi soldi?

R. – Questi fondi andranno direttamente ad unirsi a questo grande appello che l’Unicef ha fatto per raccogliere 364 milioni di dollari, che fino ad oggi grazie alla generosità di tante persone in tutto il mondo è stata addirittura finanziata al 75 per cento: mancano quindi questi 91 milioni di dollari, che andranno a finanziare i nostri programmi caratterizzati da interventi salvavita, da alimenti terapeutici per tutti i bambini gravemente colpiti dal malnutrizione ed andranno poi – soprattutto – a finanziare tutti i nostri centri che si trovano sul territorio. Abbiamo 16 centri di stabilizzazione nutrizionale; 200 centri di nutrizione terapeutica; 300 programmi di integrazione alimentare: tutti dislocati nel Corno d’Africa, dove l’Unicef era peraltro già presente prima ancora della crisi e che verranno ora finanziati e serviranno poi ad aiutare questi bambini. Questa carestia - ripeto - viene definita “carestia dei bambini” proprio perché il numero dei bambini coinvolti è veramente molto alto.

D. – Cosa bisogna inviare nel Corno d’Africa?

R. – Forniture salvavita; alimenti terapeutici; vaccini e farmaci: queste sono le cose più immediate di cui hanno bisogno questi bambini. Quindi, tutte quante le iniziative che di fatto servono a sconfiggere poi la causa più importante, che è la malnutrizione, perché scatena eventi e malattie successive come il morbillo, la diarrea e il colera che in quelle zone, in questo momento, stanno diventando epidemiche. E’ chiaro che per fare questo c’è bisogno naturalmente di molto aiuto, c’è bisogno naturalmente di aumentare tutte le nostre aree d’intervento. E’ chiaro che la carestia, dichiarata anche nelle religioni meridionali che sono delle zone particolarmente complesse, anche perché – come sappiamo – sono delle zone, dove -per esempio la regione di Bay - le roccaforti delle milizie islamiche creano delle difficoltà, perché far passare gli alimenti è più difficile, e quindi è chiaro che la situazione è sempre più complessa. (mg)







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