2011-09-05 14:33:30

Malnutrizione e analfabetismo: i problemi dei rifugiati somali nel Corno d’Africa


Una nutrizione adeguata e la ripresa delle attività scolastiche sono, ora, le esigenze primarie dei profughi che hanno lasciato la Somalia spinti dall’aggravarsi della siccità, e hanno raggiunto i campi allestiti in Etiopia e in Kenya. L’Acnur riferisce, in particolare, della situazione di Kobe, nell’area di Dollo Ado, dove il 19% dei bambini soffre di malnutrizione acuta che si concretizza in seri rischi per i minori di cinque anni d’età e dove il tasso si prevede che resti alto nelle prossime settimane, a meno di un cambiamento delle condizioni di vita. Così l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, insieme con la Croce Rossa internazionale e le associazioni partner, ha deciso di aumentare i punti di distribuzione di cibo nei campi, di aprire nuovi centri di recupero nutrizionale e di assicurare che l’alimentazione dei malnutriti sia adeguata: a tale scopo il materiale dell’Acnur è già stato trasferito ad Addis Abeba con un ponte aereo e presto ne inizierà la distribuzione. Contemporaneamente sarà avviata una campagna di sensibilizzazione per incoraggiare i malnutriti ad accedere ai servizi sanitari. Quanto alla scuola, questa dovrebbe iniziare tra una settimana a Dadaab, in Kenya, il complesso di campi per rifugiati più grande del mondo, che ospita circa 40mila bambini. Per ora qui c’è un solo insegnante, anch’egli rifugiato, ogni cento bambini e il tasso d’iscrizione scolastica rimane basso, ma serve comunque il materiale, al quale sta provvedendo l’organizzazione Care con un programma di alfabetizzazione accelerata di cui beneficiano 1500 bimbi tra i cinque e gli undici anni. (R.B.)







All the contents on this site are copyrighted ©.