Kazakistan: preoccupazione per la nuova riforma che restringe la libertà religiosa
Giro di vite in Kazakistan nel campo della libertà religiosa: il presidente Nursultan
Nazarbayev ha imposto al Parlamento l’approvazione, entro la sessione che si conclude
nel giugno 2012, di una riforma che modifica in senso restrittivo la possibilità di
professare la propria religione. “Occorre riportare l’ordine a casa nostra”, sono
state, secondo quanto riportato dall'agenzia AsiaNews, le parole del presidente che
segue il principio “Una nazione, una religione”. Tra le modifiche alla legge, anche
nuove regole per la registrazione delle comunità, comprese quelle che l’avevano ottenuta
già prima del 1991, cioè prima dell’indipendenza del Kazakistan. Molti, come le Chiese
battiste e alcune piccole Chiese protestanti, rifiutano di chiedere nuovamente la
registrazione e si sono rivolte all’agenzia Forum 18: il timore è che si ripropongano
le medesime regole restrittive che il Consiglio costituzionale kazako aveva già bollato
come incostituzionali nel 2002. Secondo la Costituzione kazaka, infatti, tutte le
religioni possono essere ammesse nel Paese in condizioni di uguaglianza, ma nel tempo
sono stati proposti emendamenti in nome di esigenze come la sicurezza nazionale e
l’antiterrorismo islamico e ora, per questa riforma, non è stato neanche chiesto il
parere dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che condannò
già il pacchetto risalente al 2002, poi dichiarato incostituzionale. Intanto si moltiplicano
nel Paese le discriminazioni nei confronti di fedeli e chiese definite “non autorizzate”.
(R.B.)