Gli insegnamenti di Benedetto XVI sul'Eucaristia: per un cristiano è un bisogno e
una gioia. Giornate intense al Congresso eucaristico di Ancona
La celebrazione della Santa Messa e l’adorazione eucaristica in diverse località delle
Marche hanno scandito, stamani, l’odierna Giornata del XXV Congresso eucaristico nazionale
italiano, in programma fino al prossimo 11 settembre ad Ancona e nelle diocesi della
metropolia. Si tratta di un evento di comunione per l’intera Chiesa italiana, che
in questi giorni vede convergere nel capoluogo marchigiano migliaia di fedeli. Momento
culminante del Congresso - incentrato sul tema “Signore da chi andremo? L’Eucaristia
per la vita quotidiana” - sarà la solenne celebrazione, in programma domenica prossima,
presieduta da Benedetto XVI nell’area del cantiere navale di Ancona. Il servizio di
Amedeo Lomonaco:
(Inno del
Congresso eucaristico) La domanda che nel Vangelo di Giovanni l’apostolo
Pietro rivolge a Gesù “Signore da chi andremo?” resta, dopo duemila anni, la questione
centrale della vita dei cristiani. Anche oggi il cammino dei credenti trova nell’Eucaristia,
Passione di Dio per l’uomo, il fermento di novità in tutti gli aspetti della quotidianità.
“L’Eucaristia – scrive il Papa nell’Esortazione apostolica post sinodale Sacramentum
Caritatis – rende possibile, giorno dopo giorno, la progressiva trasfigurazione
dell’uomo chiamato per grazia ad essere ad immagine del Figlio di Dio”. “Non c’è nulla
di autenticamente umano – pensieri, parole e opere – che non trovi nel Sacramento
dell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza”. Abbiamo bisogno
di questo Pane – ha affermato il Santo Padre durante l’omelia pronunciata a Bari il
29 maggio del 2005 in occasione del XXIV Congresso eucaristico nazionale – per affrontare
“le fatiche e le stanchezze del viaggio”:
“Partecipare
alla celebrazione domenicale, cibarsi del Pane eucaristico e sperimentare la comunione
dei fratelli e delle sorelle in Cristo è un bisogno per il cristiano, è una gioia,
così il cristiano può trovare l’energia necessaria per il cammino che dobbiamo percorrere
ogni settimana. Un cammino, peraltro, non arbitrario: la strada che Dio ci indica
nella sua Parola va nella direzione iscritta nell'essenza stessa dell’uomo”.
“Seguire
la Parola di Dio, andare con Cristo significa per l’uomo realizzare se stesso; smarrirla
equivale a smarrire se stesso”. Il Signore – ha aggiunto il Papa nella Messa a conclusione
del Congresso eucaristico tenutosi nel 2005 a Bari – non ci lascia soli in questo
cammino, ma è con noi e ci ama:
“Nell'Eucaristia Cristo è realmente
presente tra noi. La sua non è una presenza statica. E' una presenza dinamica, che
ci afferra per farci suoi, per assimilarci a sé”.
Il Cristo che
incontriamo nel Sacramento dell'Eucaristia è lo stesso in Europa come in America,
in Africa, in Asia e in Oceania:
“E’ l’unico e medesimo Cristo che
è presente nel Pane eucaristico di ogni luogo della terra. Questo significa che noi
possiamo incontrarlo solo insieme con tutti gli altri. Possiamo riceverlo solo nell’unità”.
“Poiché
c’è un solo pane – scrive l’apostolo Paolo ai Corinzi – noi, pur essendo molti, siamo
un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane” (1 Cor 10, 17).
(Musica)
Il
25.mo Congresso eucaristico nazionale italiano intende anche approfondire il rapporto
fra l’Eucaristia e vari ambiti della vita quotidiana, tra i quali la famiglia e il
lavoro. Su questa relazione si sofferma, al microfono di Fabio Colagrande,
il vescovo di Senigallia, mons. Giuseppe Orlandoni:
R. - Il Congresso
eucaristico nazionale ha come tema “Signore da chi andremo?”, ma è molto importante
fare attenzione al sottotitolo: “L’Eucarestia per la vita quotidiana”. Dunque, in
questa occasione si vuole riflettere sull’Eucarestia in riferimento a quelle dimensioni
fondamentali, essenziali, della vita di ogni giorno, come appunto la vita affettiva,
la vita del lavoro, la vita nella quale si fa esperienza della fragilità, la vita
nella città. E’ molto importante questo, proprio per riuscire a legare fede e vita.
Perché questo è il problema principale della nostra pastorale: vediamo come sia molto
diffuso questo fenomeno della separazione tra fede e vita, tra vita di Chiesa e vita
sociale e politica. Il Congresso eucaristico intende contribuire a "saldare" queste
due dimensioni.
D. – Il Congresso coincide con un periodo di crisi economica
per il Paese e il conseguente aumento della povertà. Che significato può assumere
questa prospettiva?
R. – Un significato di speranza. Ci si aspetta dal
Congresso eucaristico di dare speranza in questa situazione, che è gravida di preoccupazioni
per il perdurare della crisi economica e finanziaria, una crisi che purtroppo investe
anche il nostro territorio qui nelle Marche. Non a caso, il tema del lavoro viene
approfondito nella diocesi di Fabriano. A Fabriano è presente il quartier generale
delle industrie Merloni e in questo periodo sono migliaia e migliaia gli operai di
queste industrie che si trovano in cassa integrazione: è un problema molto serio per
chi sta perdendo o ha già perso il lavoro. Un problema altrettanto serio lo è per
i giovani, che sono in cerca di una prima occupazione, ed è un problema ugualmente
serio per il precariato del lavoro che si registra in particolare per quanto riguarda
il lavoro femminile e il lavoro degli immigrati. Dal Congresso eucaristico ci si aspetta
questo: che si possa riscoprire il valore del dono – e l’Eucarestia
è un dono – e allo stesso tempo che si possa riscoprire il valore della
dignità della persona umana e perciò anche il valore della condivisione, della solidarietà,
della partecipazione. Perché chi si accosta all’Eucarestia, che è il Sacramento della
carità, non può non ricevere uno stimolo a tradurre la carità nelle situazioni concrete
della vita. Quindi, in sintesi, questo Congresso è una riscoperta e un rilancio della
speranza, perché, malgrado tutto, l’Eucarestia è questa forza che ci viene donata
per renderci capaci di amare e per renderci capaci di affrontare le difficoltà che
si registrano, a tutti i livelli, nella vita quotidiana.(ap)