Egitto: sospesa per una rissa tra avvocati l'udienza al processo Mubarak
La terza udienza per il processo a carico del deposto presidente egiziano Hosni Mubarak,
iniziata questa mattina presso l'accademia della polizia del Cairo, è stata sospesa
dopo una rissa scoppiata tra gli avvocati della difesa e quelli delle vittime della
repressione contro la rivoluzione di gennaio, che si sono costituiti parte civile.
Nella gabbia degli imputati anche i due figli, Alaa e Gamal, e l'ex ministro dell'Interno,
Habib al Adly, contro i quali sono state mosse varie accuse, tra le quali quelle di
corruzione. Una pratica che ha lasciato il Paese in una situazione economica drammatica,
con milioni di persone che vivono in povertà assoluta. Quanto questo stato di cose
ha influito sulla caduta di Mubarak? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Francesca
Paci, esperta di Egitto del quotidiano La Stampa:
R. - In realtà
la situazione economica è anche all’origine dei disordini contro Mubarak. Il punto
a gennaio fu l’aumento dei prezzi del pane e di altri generi alimentari, fatto che
però era già successo in passato. Negli ultimi 3-4 anni, l’Egitto era cresciuto, così
come la Tunisia di Ben Alì e così come altri Paesi della regione, con punte anche
del 3-4 per cento. Il problema era stato la redistribuzione delle ricchezze: il Paese
aveva visto aumentare il bilancio dello Stato a tutto vantaggio della ristrettissima
classe che era intorno a Mubarak e alla sua famiglia.
D. - Su una cosa
non ci sono dubbi: l’Egitto è un Paese più che mai diviso. A dimostrarlo anche gli
scontri che si sono avuti anche questa volta di fronte all’aula in cui era in corso
il processo. Come sarà possibile risanare queste fratture tra sostenitori e oppositori
di Mubarak?
R. - Il problema, in realtà, è che l’Egitto è un Paese diviso
adesso in realtà molto più di quanto non fosse 4-5 mesi fa: i membri del disciolto
partito di Mubarak erano e sono stati attivi fin dai primi giorni della rivoluzione
e dopo la caduta del regime, però il Paese ha vissuto 2 o 3 mesi di luna di miele
in cui tutte le differenze all’interno della popolazione, sia quelle religiose tra
musulmani e copti, sia quelle culturali tra intellettuali e classi popolari, sia quelle
sociali, sembravano appianate. Che cosa è successo nel frattempo? La giunta militare
che tiene di fatto ad interim il governo - a detta dei manifestanti di piazza Tahrir,
dei giovani, dei liberali - si è mossa troppo lentamente, ossia esitando un pochino
anche nel portare a processo e far fuori quelli che erano stati ai vertici del passato
regime. Inoltre, si sono organizzate e sono cresciute le forze religiose, in particolare
i Fratelli musulmani, ma anche alla loro destra i salafiti, e si sono rafforzate,
si sono strutturate a dispetto degli ex-compagni di piazza Tahrir. (bf)