2011-09-05 13:03:46

Dopo la GMG, la gioventù africana riparte «a gonfie vele» per la missione


La XXVI Giornata Mondiale della Gioventù si è conclusa. L'evento ha riunito più di un milione di giovani intorno al Papa, a testimonianza che la Chiesa è, nella sua essenza, una moltitudine di persone unite nella fede in Gesù Cristo.
Al di là della profusione di colori, delle sfilate, della gioia enorme manifestata dalle migliaia di fedeli giunti nella capitale spagnola, può la GMG essere considerata come un semplice momento di distrazione e svago, per un'umanità forse annoiata dalla calda stagione estiva?
Nessuno potrà mai sostenerlo!
Persino agli occhi di coloro che giudicano la Chiesa come una presenza a tratti scomoda per la società, Madrid ha testimoniato lo slancio sincero che accomuna tantissime persone, alla ricerca di un senso per questo mondo che troppo spesso ci porta fuori strada, lontano da un cammino di amore nei confronti del prossimo.

Dall'Africa sono giunti centinaia di ragazzi. Questo continente, definito nell'immaginario comune come il luogo della povertà, delle epidemie, della violenza e della guerra, ha riservato ai propri giovani il compito di proclamare al mondo, e senza complessi di inferiorità, che l'Africa è parte della Chiesa universale, al pari degli altri continenti.
Nigeria, Sudafrica e Repubblica Democratica del Congo hanno inviato a Madrid oltre 1000 delegati. In generale, dei 54 Stati che conta oggi il continente solo 10 non hanno potuto prendere parte alle celebrazioni, per diversi motivi: un dato veramente significativo!
Inoltre, l'arcivescovo di Kinshasa, il Cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, ha tenuto una delle catechesi di questa GMG: originario di un Paese nel quale la fede è germogliata in ambienti estremamente poveri, Monsengwo si è rivolto anche ai giovani occidentali, spiegando loro, ad esempio, quale impatto ha avuto nel cuore dell'Africa il messaggio di Papa Giovanni XXIII, «Il Papa buono».
Delegazioni delle Chiese locali del Malawi hanno portato alla GMG splendide coreografie; il Mozambico ha partecipato con canti tipici e la Nigeria con liturgie tradizionali molto espressive. Il gruppo originario del Ruanda si è distinto per il suo accentuato senso di raccoglimento e anche l'Etiopia - per la prima volta presente ad una GMG - ha portato il suo contributo alla Chiesa d'Africa, che per la sua tradizionale vivacità interna si definisce come una «Chiesa arcobaleno».
«Direi che queste GMG sono un segnale, una cascata di luce; danno visibilità alla fede, visibilità alla presenza di Dio nel mondo e creano così il coraggio di essere credenti. Spesso i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti. Qui, vedono che non sono soli, che c’è una grande rete di fede, una grande comunità di credenti nel mondo, che è bello vivere in questa amicizia universale». Sono le parole rivolte da Benedetto XVI ai giovani, in particolare ai ragazzi africani che lo hanno seguito in Spagna e a tutti quelli rimasti nel continente: la fede non isola, si nutre del legame permanente con Dio, e quindi agli uomini. La fede indica il cammino...

Però, come può un giovane essere fedele alla fede cristiana e continuare ad aspirare a grandi ideali nella società attuale?
Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù ci dà una risposta a questa importante questione: «Come il Padre mi ha amato, così io ho amato voi; rimanete nel mio amore» (Gv 15,9).
«Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio». (Disc N° 9)

In un continente esposto alle forze centrifughe di una modernità che si annuncia come unica essenza portatrice di certezze, ma che si rivela incapace di calmare il vuoto nei ventri e nei cuori, dopo la conclusione della GMG i giovani dell'Africa hanno lasciato Madrid con la convinzione rinnovata che la fede li chiama ad agire, all’interno e fuori dalle loro vite.

Per questi ragazzi, e per le loro giovani Chiese, Madrid non ha rappresentato solo un avvenimento o un semplice viaggio. La GMG ha dato loro l’occasione per intraprendere una nuova missione, quella di proclamare il coraggio della fede e dell'annuncio di Cristo, morto e risorto per tutti gli uomini.

A cura di Albert Mianzoukouta, del programma francese per l'Africa.







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