Dopo la GMG, la gioventù africana riparte «a gonfie vele» per la missione
La XXVI Giornata Mondiale della Gioventù si è conclusa. L'evento ha riunito più di
un milione di giovani intorno al Papa, a testimonianza che la Chiesa è, nella sua
essenza, una moltitudine di persone unite nella fede in Gesù Cristo. Al di là della
profusione di colori, delle sfilate, della gioia enorme manifestata dalle migliaia
di fedeli giunti nella capitale spagnola, può la GMG essere considerata come un semplice
momento di distrazione e svago, per un'umanità forse annoiata dalla calda stagione
estiva? Nessuno potrà mai sostenerlo! Persino agli occhi di coloro che giudicano
la Chiesa come una presenza a tratti scomoda per la società, Madrid ha testimoniato
lo slancio sincero che accomuna tantissime persone, alla ricerca di un senso per questo
mondo che troppo spesso ci porta fuori strada, lontano da un cammino di amore nei
confronti del prossimo.
Dall'Africa sono giunti centinaia di ragazzi. Questo
continente, definito nell'immaginario comune come il luogo della povertà, delle epidemie,
della violenza e della guerra, ha riservato ai propri giovani il compito di proclamare
al mondo, e senza complessi di inferiorità, che l'Africa è parte della Chiesa universale,
al pari degli altri continenti. Nigeria, Sudafrica e Repubblica Democratica del
Congo hanno inviato a Madrid oltre 1000 delegati. In generale, dei 54 Stati che conta
oggi il continente solo 10 non hanno potuto prendere parte alle celebrazioni, per
diversi motivi: un dato veramente significativo! Inoltre, l'arcivescovo di Kinshasa,
il Cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, ha tenuto una delle catechesi di questa GMG:
originario di un Paese nel quale la fede è germogliata in ambienti estremamente poveri,
Monsengwo si è rivolto anche ai giovani occidentali, spiegando loro, ad esempio, quale
impatto ha avuto nel cuore dell'Africa il messaggio di Papa Giovanni XXIII, «Il
Papa buono». Delegazioni delle Chiese locali del Malawi hanno portato alla
GMG splendide coreografie; il Mozambico ha partecipato con canti tipici e la Nigeria
con liturgie tradizionali molto espressive. Il gruppo originario del Ruanda si è distinto
per il suo accentuato senso di raccoglimento e anche l'Etiopia - per la prima volta
presente ad una GMG - ha portato il suo contributo alla Chiesa d'Africa, che per la
sua tradizionale vivacità interna si definisce come una «Chiesa arcobaleno». «Direi
che queste GMG sono un segnale, una cascata di luce; danno visibilità alla fede, visibilità
alla presenza di Dio nel mondo e creano così il coraggio di essere credenti. Spesso
i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti. Qui, vedono che non
sono soli, che c’è una grande rete di fede, una grande comunità di credenti nel mondo,
che è bello vivere in questa amicizia universale». Sono le parole rivolte da Benedetto
XVI ai giovani, in particolare ai ragazzi africani che lo hanno seguito in Spagna
e a tutti quelli rimasti nel continente: la fede non isola, si nutre del legame permanente
con Dio, e quindi agli uomini. La fede indica il cammino...
Però, come può
un giovane essere fedele alla fede cristiana e continuare ad aspirare a grandi ideali
nella società attuale? Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù ci dà una risposta
a questa importante questione: «Come il Padre mi ha amato, così io ho amato voi; rimanete
nel mio amore» (Gv 15,9). «Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande verità
della nostra vita e che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità,
ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel
suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice
accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che
ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone
che si riconoscono amate da Dio». (Disc N° 9)
In un continente esposto
alle forze centrifughe di una modernità che si annuncia come unica essenza portatrice
di certezze, ma che si rivela incapace di calmare il vuoto nei ventri e nei cuori,
dopo la conclusione della GMG i giovani dell'Africa hanno lasciato Madrid con la convinzione
rinnovata che la fede li chiama ad agire,all’interno e fuori dalle loro vite.
Per
questi ragazzi, e per le loro giovani Chiese, Madrid non ha rappresentato solo un
avvenimento o un semplice viaggio. La GMG ha dato loro l’occasione per intraprendere
una nuova missione, quella di proclamare il coraggio della fede e dell'annuncio di
Cristo, morto e risorto per tutti gli uomini.
A cura di Albert
Mianzoukouta, del programma francese per l'Africa.