2011-09-05 12:00:50

Chiesa e politica. Il cardinale Bagnasco: la testimonianza dei cristiani sia visibile


Una “forma alta di carità”: così da sempre la Chiesa definisce la politica, intesa nel significato originario di amore per la polis, in cui il politico, spinto dall’amore per la società, si dedica alla giustizia, valore morale che riconosce a ognuno il suo. Così il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco ha parlato dei rapporti tra Chiesa e politica ieri sera nel suo intervento presso la "Summer School" di Frascati promossa dalla Fondazione Magna Carta. Una politica che ha a cuore la natura umana e non le peculiarità individuali, una politica che difende il patrimonio ideale che consente a un popolo di sentirsi “famiglia”, perché l’uomo, come ha bisogno della volta stellata e degli orizzonti sconfinati, così ha bisogno di una casa, di un luogo dove tutto è familiare, dove coltivare gli affetti e dove raccogliersi. La Chiesa, con le parrocchie, i gruppi e le comunità, offre a ognuno l’esperienza della casa. Nella sua lectio magistralis, il cardinale Bagnasco è tornato a parlare del rapporto tra politica e Chiesa: “Si vorrebbe negare la dimensione pubblica della fede concedendole la sfera del privato – ha detto – a tutti si riconosce la libertà di coscienza, mentre dai cattolici si pretende che prescindano dalla fede che forma la loro coscienza”. Il cristianesimo, però, è la religione dell’Incarnazione e nel Vangelo Gesù dice: “Voi siete il sale della terra (…) siete la luce del mondo”, esprimendo, così, la necessità dell’annuncio della Parola al quale l’uomo è chiamato e per il quale i cristiani devono essere dentro al mondo senza assimilarsi ad esso. L’unico sale della storia è Cristo, che salva dalla morte, e i credenti devono essere nel mondo suoi testimoni, luci visibili della presenza cristiana. Certi valori, infatti, come “nel campo della vita e della famiglia, della concezione della persona, della libertà e dello Stato non sono negoziabili”, ha aggiunto il porporato. Sono valori per cui vale la pena morire e lì dove non c’è nulla che valga il sacrificio estremo, là è anche difficile vivere. In chiusura il cardinale Bagnasco ha poi citato Tomas Eliot, il quale credeva che la forza dominante nella creazione fosse proprio la religione: “Non credo che la cultura dell’Europa potrebbe sopravvivere alla sparizione completa della fede cristiana – scriveva – se il cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura”. (A cura di Roberta Barbi) RealAudioMP3







All the contents on this site are copyrighted ©.