2011-09-03 15:55:43

"Primavera araba": la comunità internazionale si scontra sul futuro di Libia e Siria


Prosegue la caccia a Gheddafi in Libia, dove duecento veicoli militari degli insorti stanno avanzando verso la città di Bani Walid, una delle ultime roccaforti del rais e uno dei suoi possibili rifugi. Intanto, in Siria sale a 21 il bilancio delle vittime della repressione di ieri, principalmente nella provincia di Damasco. Una situazione di sostanziale stallo nei due Paesi, alla quale corrisponde tuttavia una frenetica attività della comunità internazionale. Il servizio di Michele Raviart:RealAudioMP3

Il destino di Siria e Libia, due dei Paesi coinvolti da lunghi mesi nella “primavera araba” che sta cambiando il volto del Nord Africa e del Medio Oriente, è sempre più materia di frizione tra le diplomazie di tutto il mondo. Contro la Siria è stata netta la posizione dell’Unione Europea, che questa mattina ha ufficializzato l’estensione delle sanzioni contro il regime di Al-Assad. L’importazione di petrolio dalla Siria è stata vietata, anche se i contratti in essere saranno rispettati fino al 15 novembre, e sono stati messi al bando nei Paesi dell’Unione quattro uomini d’affari, accusati di “fornire supporto economico al regime”. Inoltre, sono state congelate le attività di una banca siriana di proprietà statale e di due società private. Una serie di misure che non è piaciuta al ministro degli Esteri russo, Lavrov, che le ha definite inutili e dannose per la risoluzione della crisi. Una Russia molto attiva anche sul fronte libico, con l’invito ufficiale a Mosca del Consiglio nazionale transitorio, per discutere le sorti dei contratti energetici stipulati a suo tempo dal Cremlino con Gheddafi. E mentre a Tripoli è atteso per questa mattina un emissario delle Nazioni Unite, l’ambasciatore turco in Libia, il primo a ritornare nel Paese, chiede a Gheddafi di arrendersi. “E’ solo una lotta per il petrolio”, tuona il presidente venezuelano Chavez da Caracas, mentre il New York Times denuncia la cooperazione della Cia con i servizi segreti di Gheddafi: otto persone sospettate di terrorismo sarebbero state spedite dalla Cia in Libia per essere interrogate, in un Paese noto per i casi di tortura.

Wikileaks: pubblicati oltre 250 mila documenti della diplomazia americana
Tutti i cablogrammi della diplomazia americana posseduti dal sito Wikileaks sono stati pubblicati on line. Si tratta di oltre 250 mila documenti riservati, disponibili integralmente e senza alcuna protezione per i nomi delle persone coinvolte. Julian Assange, fondatore del sito, ha invitato tutti gli internauti a leggere i documenti e a pubblicare ogni scoperta importante e a prendere il posto della stampa mondiale, “che non ha sufficienti risorse ed è sostanzialmente faziosa”. I quotidiani Guardian, El Pais, New York Times e Der Spiegel, che avevano collaborato con Wikileaks, hanno condannato la “non necessaria pubblicazione dei dati completi”, mentre l’Australia ha minacciato di portare Julian Assange in tribunale per aver rivelato il nome di un agente dei Servizi segreti australiani.

Pakistan: il maltempo causa 66 vittime nel sud del Paese
La nuova ondata di maltempo che sta colpendo il Pakistan ha causato finora 66 morti nella provincia meridionale del Sindh. Secondo Zafar Qadir, presidente dell’Autorità nazionale per la gestione dei disastri, le piogge battenti e le inondazioni hanno colpito in diversa misura almeno tre milioni di persone, con oltre 150 mila sfollati, che hanno già raggiunto gli accampamenti approntati dal governo. Intanto, il gruppo talebano pakistano “Ttp” ha rivendicato il sequestro di 30 ragazzi, che ieri avevano attraversato casualmente il confine tra Pakistan e Afghanistan.

Afghanistan: ex-detenuto di Guantanamo ucciso dalle truppe Nato
Un cittadino afghano, già detenuto nel carcere americano di Guantanamo a Cuba, è stato ucciso questa mattina in uno scontro a fuoco con le truppe della Nato. Secondo fonti militari, l’uomo, che si trovava nella provincia orientale di Nangarhar, era strettamente legato alla rete terroristica di al Qaeda.

Italia: il presidente Napolitano chiede chiarezza sulla manovra
Sulla manovra finanziaria bisognerà muoversi con “chiarezza, certezza di intenti e di risultati e al di là di ogni oscillazione nociva alla credibilità del Paese”. Queste le parole del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che in un video-intervento al "Workshop Ambrosetti" di Cernobbio ha ricordato le scelte coraggiose fatte dall’Italia, come “la rinuncia all’autorità monetaria e l’ingresso nell’euro”, anche se, in 10 anni in cui la crescita economica ha ristagnato, si è esitato ad affrontare il problema del debito pubblico. "Finché c'è un governo che ha la fiducia del parlamento”, ha aggiunto poi Napolitano, commentando la situazione politica, “io non posso sovrappormi non solo di fatto, ma nemmeno con l'idea di un governo diverso". Al "Workshop Ambrosetti" è intervenuto anche il presidente della Banca centrale europea (Bce), Jean Claude Trichet, cha ha sottolineato come “la Bce non possa sostituirsi ai governi”, che “devono rispettare la disciplina di bilancio”.

Sudan: violenze in Sud Kordofan
Diciassette civili sono morti e 14 sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco, avvenuto tra i ribelli e le truppe sudanesi nello stato del Sud Kordofan, in Sudan. I combattimenti sono avvenuti nella regione di Kalugi e hanno coinvolto membri dell’esercito di Liberazione del Popolo del Sudan. Il Paese, sconvolto da un conflitto tribale durato oltre 20 anni, è teatro di scontri dopo l’indipendenza del Sud Sudan, avvenuta lo scorso luglio.

Carestia nel Corno d’Africa: l’Onu denuncia la condizione della Somalia
“La situazione in Somalia sta peggiorando”. Così l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite ha denunciato il progressivo aumento della carestia che sta devastando il Corno d’Africa. “Quasi tutte le regioni meridionali della Somalia potrebbero essere colpite dalla carestia”, si legge ancora in un Rapporto, che verrà presto aggiornato con i nuovi dati sulla crescente malnutrizione.

India: pubblicati i redditi di premier e ministri
Il premier indiano, Manmohan Singh, ha pubblicato su Internet la lista dei propri averi e di quelli dei ministri del suo governo. L’iniziativa nasce come risposta all’ondata di scandali sulla corruzione dei funzionari in India, simboleggiata dalla protesta dell’attivista, Anna Hazare. Da quanto si legge sul sito, il patrimonio di Singh ammonta a 50 milioni di rupie, pari a oltre 750 mila euro.

Giappone: bufera sul ministro della Difesa
L’opposizione giapponese, con in testa il Partito liberaldemocratico, considera inadeguata l’assegnazione del portafoglio della difesa a Yasuo Ichikawa, poiché quest’ultimo avrebbe dichiarato ai giornalisti di essere “un dilettante nel campo della sicurezza”. Ichikawa fa parte del governo di Yoshihiko Noda, ex ministro delle Finanze divenuto questa settimana il sesto premier giapponese in cinque anni. Il tema della sicurezza è particolarmente sensibile in Giappone, in virtù della presenza militare Usa, nell’isola meridionale di Okinawa. (Panoramica internazionale a cura di Michele Raviart e Giorgia Innocenti)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 246







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