Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa 23.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del
Vangelo in cui Gesù esorta i discepoli alla correzione fraterna:
“Se il
tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo;
se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora
con te una o due persone … Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se
non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano”.
Su
questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin,
docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Il tema del
Vangelo è quello della relazione fraterna in comunità, sotto due aspetti specifici:
nel correggersi reciprocamente con rispetto e fiducia, e nella preghiera fatta in
concordia. Sulla correzione fraterna viene indicata anche una specie di procedura
graduale: dal dialogo faccia a faccia, alla collaborazione della comunità, fino al
taglio netto con chi non intende riconciliarsi. C’è un dovere di reciproca fedeltà
e autenticità che si deve vivere in nome della fraternità: e chi ha peccato non fa
danno solo a se stesso, ma ferisce e intralcia la fedeltà comune. Per questo si deve
cercare ogni via per non lasciare incancrenire situazioni ferite e sbagliate. È più
facile a dirsi che a farsi: chi ha sbagliato non accetta facilmente di riconoscere
la propria colpa; chi ha subito il danno tende a vedere solo la propria ragione e
spesso manca di misericordia e accoglienza. Lo vediamo bene nella società: una rissosità
quotidiana, una aggressività reciproca senza rispetto, una voglia di vendetta e di
punizione, che avvelenano tutto e tutti. Chiediamo al Signore un cuore disarmato,
un vero impegno a trovare forme e vie di dialogo e di incontro: mettiamoci insieme
per ottenerlo. Dio ci donerà un cuore di pace e fraternità.