2011-09-03 15:05:47

Congresso eucaristico ad Ancona. Mons. Caprioli: il "Pane di vita" trasfigura l'umanità


Giornata inaugurale per il 25.mo Congresso eucaristico nazionale italiano che ha preso il via ad Ancona con la giornata di accoglienza del legato Pontificio, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito della Congregazione per i vescovi. Dopo una cerimonia nella Cattedrale di S. Ciriaco, nel pomeriggio, nel Teatro delle Muse, ci sarà l’incontro con le autorità civili: in programma un saluto del cardinale Bagnasco, presidente della Cei, ed una relazione di Andrea Riccardi. Questa sera, poi, l’arrivo della Croce della Gmg nello Spazio Giovani del Congresso di Ancona. “Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana” è il tema di questo raduno ecclesiale che si concluderà domenica 11 con la visita ad Ancona di Benedetto XVI. Ma cosa significa per la Chiesa italiana celebrare un Congresso eucaristico? Fabio Colagrande lo ha chiesto a mons. Adriano Caprioli, vescovo di Reggio-Emilia e Guastalla e presidente del Comitato per i Congressi Eucaristici nazionali.RealAudioMP3

R. - Innanzitutto c’è un significato storico, perché i Congressi eucaristici nazionali hanno una storia lunga 120 anni - il primo fu a Napoli nel 1891 -; dire però “significato storico” non vuol dire semplicemente far richiamo ad un evento straordinario che riguarda solo il passato. Il Congresso eucaristico mette al centro l’Eucarestia del Signore risorto, che è l’evento che interpella la Chiesa in ogni epoca, anche quando non c’erano ancora questi congressi. Il Congresso, evidentemente, vuole prendere coscienza dell’importanza di un evento come l’Eucarestia che fa la Chiesa.

D. - Perché ad Ancona, per scandire la settimana del Congresso eucaristico, sono stati scelti cinque ambiti dell’esistenza elaborati al raduno ecclesiale nazionale di Verona nel 2006?

R. - Un Congresso eucaristico - e soprattutto questo di Ancona - non è separabile dagli altri momenti della vita delle Chiese in Italia. Da una parte integra il precedente Congresso eucaristico di Bari, che aveva come tema centrale la Domenica, senza la quale non possiamo vivere, come dicevano appunto i primi cristiani. Però anche l’intera vita quotidiana dev’essere presa in considerazione alla luce dell’Eucarestia, non soltanto il giorno festivo, perché “vita quotidiana” non vuol dire vita banale ma vita nella sua concretezza, che chiede di essere rispettata ed amata, essendo il luogo della testimonianza della parola e del pane spezzato, che nasce appunto dalla celebrazione domenicale. Si continua poi a Verona, dove la Chiesa e le Chiese in Italia hanno maturato la coscienza di essere Chiese testimoni del Risorto negli ambiti della vita quotidiana.

D. - Che valore assume la presenza del Papa per la chiusura del Congresso eucaristico di Ancona?

R. - Le Chiese in Italia, le Chiese particolari che si riuniscono attorno all’Eucarestia, non possono non fare riferimento a colui che presiede, nella carità, la comunione di tutte le Chiese. C’è poi anche un legame importante a proposito del tema del Congresso, perché il tema dell’Eucarestia - Gesù, Parola e Pane di vita per la vita quotidiana - è molto caro a Papa Benedetto XVI: al termine del Sinodo dedicato all’Eucarestia e alla Chiesa, nella lettera post-sinodale “Sacramentum Caritatis”, sia al numero 71 che al 77 il Papa sottolinea l’importanza dell’Eucarestia per la vita quotidiana. E’ importante perché dice appunto che è giorno dopo giorno che l’Eucarestia trasfigura l’uomo chiamato ad essere immagine del Figlio di Dio. E dice ancora, più fortemente, al numero 77: “I fedeli cristiani hanno bisogno di una più profonda comprensione delle relazioni tra l’Eucarestia e la vita quotidiana”. (vv)







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