2011-09-02 14:05:14

Nuovo rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore


Don Concetto Occhipinti è il nuovo rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Docente presso l’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater, succede a mons. Giovanni Tani. Il suo programma di lavoro e i suoi progetti futuri per l’incremento delle vocazioni nella capitale nel servizio di Davide Dionisi:RealAudioMP3

È siciliano d’origine, don Concetto Occhipinti, il nuovo Rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Succede a mons. Giovanni Tani nominato titolare della sede arcivescovile di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado. Don Concetto conosce molto bene la comunità del Seminario Maggiore perché ne è stato prima assistente, e poi direttore spirituale, dal 2000 al 2005, anno in cui è stato nominato parroco di Santa Galla di Roma. Dovrà affrontare il problema delle vocazioni che, anche a Roma, seppur di qualità, sono ancora insufficienti. Ascoltiamo come:

R. - Roma ha bisogno di sacerdoti, perché quello che normalmente si può vedere è che c’è una ricca presenza di sacerdoti e di consacrati nella nostra città, ma i sacerdoti che sono qui spesso lo sono per lo studio, perchè in servizio nella Santa Sede o nelle Congregazioni religiose. I sacerdoti impegnati nelle parrocchie - rispetto alla grande necessità che la nostra città esprime - sono però pochi: attualmente i ragazzi in seminario sono circa 25 per la diocesi di Roma e quindi circa 4-5 per ciascun corso. Il fatto che il numero sia diminuito rispetto agli anni scorsi permette un lavoro nella formazione di maggior qualità e di più attenzione ai singoli.

D. - Cosa porterà della sua esperienza pregressa in questa nuova avventura nel Seminario Romano?

R. - Uno strumento decisivo e prezioso è proprio la collaborazione con tutti gli educatori ed io trovo qui in Seminario un’équipe di circa 10 sacerdoti molto bravi: tutti hanno una esperienza pastorale, alcuni come parroci e altri come vice-parroci; tutti hanno maturato - ormai da alcuni anni - anche una competenza più specifica nell’azione formativa. Quindi questo sarà un po’ il primo ambito di servizio e di collaborazione: lo sguardo sui ragazzi può essere uno sguardo non solo del singolo, ma di una comunità educante come quella del presbiterio. Dopo questo, che esprime la centralità della vita di preghiera, la centralità della vita di fede e della vita di comunione attraverso e attorno all’Eucaristia e ai Sacramenti, c’è poi senz’altro il desiderio di poter utilizzare tutti gli altri strumenti che possano aiutare i ragazzi in questa crescita e in questa formazione: quindi la collaborazione con i parroci nelle parrocchie dove i ragazzi svolgono il tirocinio; la collaborazione con psicologi e psicoterapeuti che, specialmente nella parte iniziale del discernimento, possono dare un apporto ai ragazzi per sciogliere alcuni nodi a livello di formazione umana, in modo che i successivi anni di teologia siano vissuti su una base umana solida, serena . (mg)







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