Nuovo rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore
Don Concetto Occhipinti è il nuovo rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore.
Docente presso l’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater, succede a
mons. Giovanni Tani. Il suo programma di lavoro e i suoi progetti futuri per l’incremento
delle vocazioni nella capitale nel servizio di Davide Dionisi:
È siciliano
d’origine, don Concetto Occhipinti, il nuovo Rettore del Pontificio
Seminario Romano Maggiore. Succede a mons. Giovanni Tani nominato titolare della sede
arcivescovile di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado. Don Concetto conosce molto bene
la comunità del Seminario Maggiore perché ne è stato prima assistente, e poi direttore
spirituale, dal 2000 al 2005, anno in cui è stato nominato parroco di Santa Galla
di Roma. Dovrà affrontare il problema delle vocazioni che, anche a Roma, seppur di
qualità, sono ancora insufficienti. Ascoltiamo come:
R. - Roma ha bisogno
di sacerdoti, perché quello che normalmente si può vedere è che c’è una ricca presenza
di sacerdoti e di consacrati nella nostra città, ma i sacerdoti che sono qui spesso
lo sono per lo studio, perchè in servizio nella Santa Sede o nelle Congregazioni religiose.
I sacerdoti impegnati nelle parrocchie - rispetto alla grande necessità che la nostra
città esprime - sono però pochi: attualmente i ragazzi in seminario sono circa 25
per la diocesi di Roma e quindi circa 4-5 per ciascun corso. Il fatto che il numero
sia diminuito rispetto agli anni scorsi permette un lavoro nella formazione di maggior
qualità e di più attenzione ai singoli.
D. - Cosa porterà della sua
esperienza pregressa in questa nuova avventura nel Seminario Romano?
R.
- Uno strumento decisivo e prezioso è proprio la collaborazione con tutti gli educatori
ed io trovo qui in Seminario un’équipe di circa 10 sacerdoti molto bravi: tutti hanno
una esperienza pastorale, alcuni come parroci e altri come vice-parroci; tutti hanno
maturato - ormai da alcuni anni - anche una competenza più specifica nell’azione formativa.
Quindi questo sarà un po’ il primo ambito di servizio e di collaborazione: lo sguardo
sui ragazzi può essere uno sguardo non solo del singolo, ma di una comunità educante
come quella del presbiterio. Dopo questo, che esprime la centralità della vita di
preghiera, la centralità della vita di fede e della vita di comunione attraverso e
attorno all’Eucaristia e ai Sacramenti, c’è poi senz’altro il desiderio di poter utilizzare
tutti gli altri strumenti che possano aiutare i ragazzi in questa crescita e in questa
formazione: quindi la collaborazione con i parroci nelle parrocchie dove i ragazzi
svolgono il tirocinio; la collaborazione con psicologi e psicoterapeuti che, specialmente
nella parte iniziale del discernimento, possono dare un apporto ai ragazzi per sciogliere
alcuni nodi a livello di formazione umana, in modo che i successivi anni di teologia
siano vissuti su una base umana solida, serena . (mg)