In difesa della vita nascente: aperta a Roma la conferenza di "MaterCare"
Si è aperta in questi giorni a Roma l’ottava conferenza di "MaterCare International",
un’organizzazione di professionisti cattolici impegnati nella difesa della vita. L’obiettivo
dell’incontro di quest’anno, che ha ricevuto il patrocinio della Pontificia Accademia
per la vita e il contributo della Federazione mondiale delle associazioni mediche
cattoliche, è “identificare i problemi e suggerire soluzioni”, come ha detto all'agenzia
"Zenit" Bogdan Chazan, dell’ospedale Santa Famiglia di Varsavia, in Polonia. Nel corso
della conferenza ci si interrogherà, dunque, sulle modalità da adottare per proteggere
la dignità professionale a fronte di un contesto in cui la vita umana risulta sempre
più minacciata. Il vescovo di Poona, nello Stato del Maharashtra, porterà la sua testimonianza
dall’India, dove malgrado le persone di tutte le religioni tengano in grande considerazione
la dignità dell’esperienza della maternità, nella pratica molte donne e madri soffrono
per la persistente pratica della discriminazione sessuale che, tra le altre, prende
la forma di un sempre più massiccio ricorso all’amniocentesi che precede l’aborto
in caso di embrioni femminili. “La Chiesa è impegnata ad aiutarle, ma ha bisogno dell’ausilio
di programmi specifici”, ha concluso il presule. "MaterCare" è in prima linea anche
ad Haiti, accanto alla popolazione piegata dal terremoto del gennaio 2010, e sta realizzando
a Isiolo, un distretto del Kenya che si protende verso Etiopia e Somalia, un ospedale
con 15 posti letto per l’ostetricia, grazie all’aiuto del vicariato apostolico locale:
“La regione di Isiolo è semiarida – è la testimonianza del vescovo, mons. Anthony
Ireri Mukobo – le donne sono quelle che soffrono di più per questa situazione e spesso
la loro sopravvivenza è legata agli aiuti della Chiesa”. (R.B.)