Domani ad Ancona l'apertura del Congresso eucaristico nazionale. Intervista con mons.
Menichelli
Ad Ancona, è giorno di vigilia e fermento per il Congresso eucaristico nazionale.
Domani pomeriggio, è previsto l'arrivo via mare nel capoluogo marchigiano del rappresentante
pontificio, il cardinale Giovanni Battista Re, il quale presiderà domenica prossima
la Messa di apertura. Al Congresso, secondo gli ultimi dati, risultano iscritti 150
vescovi, 1.500 sacerdoti e decine di migliaia di persone. Un numero destinato certamente
ad aumentare domenica 11 settembre, quando ad Ancona giungerà Benedetto XVI per la
Messa e gli incontri conclusivi. Nell'intervista di Fabio Colagrande, l'arcivescovo
di Ancona-Osimo, mons. Edoardo Menichelli, sottolinea la novità del prossimo
Congresso eucaristico:
R. – Più
che novità tematica la chiamerei novità pastorale: lo sforzo che dobbiamo fare tutti
di far sì che quello che noi crediamo non appartenga solo al circuito ristretto del
tempio, ma diventi testimonianza concreta. La tentazione purtroppo è grande. Spesso
si gioca su queste parole: “Ma come si fa?”. Oppure: “Vado in chiesa, ma la vita è
un’altra cosa”. Come discepoli del Signore Gesù, noi dobbiamo tenere presente il suo
comandamento: “Sarete miei discepoli se vi amerete”. E dove si trova la dinamica vera
di una testimonianza d’amore se non nel Sacramento dell’Eucarestia? L’Eucarestia per
noi – lo sappiamo bene – è la presenza viva di Gesù Cristo. Ogni volta che celebriamo
l’Eucarestia, ogni volta che lo incontriamo, ogni volta che sperimentiamo la sua contemporaneità
alla nostra vita, noi lì dobbiamo prendere la forza per testimoniarlo. Questo è il
compito che ci diamo. Ci riusciremo? Lo speriamo molto.
D. – Proprio
a sottolineare che il Congresso vuole insistere su come vivere l’Eucarestia nella
vita quotidiana, nel momento del pranzo, Benedetto XVI, che sarà ad Ancona l’11 settembre,
avrà alla sua mensa degli operai cassintegrati e dei poveri che sono assistiti dalla
Caritas. E’ un gesto molto forte e simbolico questo...
R. – E’ un gesto
che vuole essere espressione della vicinanza della Chiesa, perché la Chiesa si incarna
nel popolo vivo, quindi come madre deve conoscere e incontrare le sofferenze dei suoi
figli, e dall’altra parte diventa anche un’icona esemplare: quasi un coniugare l’Eucarestia,
banchetto di Cristo che non esclude nessuno, con il banchetto della vita, con il banchetto
della famiglia, con il banchetto della società, dove nessuno è escluso.
D.
- L’Eucarestia non è una realtà teologica fuori dal mondo: è questo ciò che volete
ricordare...
R. – L’Eucarestia è Sacramento, è fatto teologico, è fatto
di fede. Ma si riassume, si testimonia, laddove tutto si fa concreto. Del resto Gesù
ci ha testimoniato il suo amore facendosi uomo, facendosi toccare, facendosi vedere.
Questa esperienza del rapporto diretto, del toccare, credo sia un’esperienza fondamentalmente
eucaristica da portare nella vita.
D. – Dopo la celebrazione della
Messa, nella giornata conclusiva e culminante del Congresso eucaristico nazionale,
Benedetto XVI avrà due incontri: uno con le famiglie e i sacerdoti e il secondo con
i giovani fidanzati, un incontro che il Papa non ha mai avuto. Una scelta che avete
voluto proprio per questo Congresso eucaristico nazionale. Come mai?
R.
– Perché riteniamo che questa possa essere una bella novità, attraverso la quale anche
il Santo Padre può offrire un modello sponsale, che non faccio fatica a definire “incarnato”
nell’Eucarestia. Allora, il colloquio del Santo Padre con i fidanzati, le parole che
il Santo Padre rivolgerà loro, saranno di sicuro aiuto per questi giovani che guardano
al matrimonio come vocazione.
D. – Altre due novità di questa 25.ma
edizione del Congresso eucaristico nazionale – novità non solo tematiche, ma anche
organizzative – sono la territorialità e la tematicità: cinque giorni, cinque diocesi
e cinque temi a precedere la conclusione...
R. – Direi, scherzando,
che moltiplichiamo l’impegno per cinque, ma di fatto è così. Posso dire, però, che
tutto questo ha già creato una sinergia, che credo sia una bella espressione di Chiesa.
Non mi resta che approfittare di questa intervista per dire a tutti di partecipare
e di venire durante il periodo del Congresso. (ap)