Usa: appello dei cattolici contro le norme della riforma sanitaria per l’obiezione
di coscienza
Negli Stati Uniti, i vescovi e diverse organizzazioni cattoliche hanno lanciato l’allarme
sull’obiezione di coscienza degli operatori sanitari, lo ricorda L’Osservatore Romano.
Il 26 agosto, in particolare, è stato firmato un appello alla responsabile del Departement
of Health and Human Services, Kathleen Sebaliu, dove si denuncia la carenza di norme
necessarie al personale delle strutture assistenziali cattoliche, le cui convinzione
morali che vanno in direzione contraria ai regolamenti federali sull’assistenza. Le
prestazioni previste della copertura assicurativa includono, infatti, anche prestazioni
di contraccettivi e interventi di sterilizzazione, contrari ai valori cristiani. Un’altra
critica riguarda la definizione di “istituzioni religiose” rilevante per i cattolici
perché esse possono richiedere di essere esentate dalla distribuzione di metodi contraccettivi
alle donne. La circolare del Department of Health and Human Services considera “istituzione
religiosa” solo un’organizzazione che dichiara «l’insegnamento dei valori religiosi
tra i suoi fini primari» ed è formata da personale con le stesse convinzioni religiose.
I fedeli rivendicano allora l’interpretazione dell’articolo 26 del Civil Right Act,
secondo cui «un’organizzazione può essere definita caritatevole oppure religiosa
senza scopo di profitto se ha come fine principale la diffusione del suo credo”. Suor
Carol Keehan, responsabile della Catholic Health Association, si dice molto preoccupata
nei riguardi dell’interpretazione restrittiva data al termine di «organizzazioni religiose»
e ricorda che per gli ospedali cattolici risulta essenziale «avere il mandato di servire
la nostra nazione senza per questo dover fare compromessi con la propria coscienza».
(G.I.)