2011-09-01 14:16:56

Spagna: il vescovo di Huelva dice “no a pratiche eutanasiche”


La dignità della vita umana non può essere legata allo stato di coscienza o di incoscienza del malato”: lo ha dichiarato – riferisce l’agenzia Sir - il vescovo di Huelva, in Spagna, mons. José Vilaplana. L’intervento del presule è giunto a commento del caso clinico insorto nella sua diocesi, riguardo la richiesta dei familiari di ritirare la sonda nasogastrica che alimentava e idratava la novantenne Ramona Estévez, in coma a seguito di un infarto cerebrale irreversibile, ricoverata all'Ospedale Blanca Paloma di Huelva. “Accompagniamo in silenzio e con la preghiera gli ultimi giorni di Ramona Estévez - ha affermato il presule -. Con grande umiltà, prego il Signore con tutto il cuore per i familiari e le persone che la circondano, perché possano scoprire in lei la forza misteriosa della vita, percettibile anche in un corpo anziano, in coma e debole, e possano così ripensare alle proprie decisioni, perché la morte cercata o indotta, come ha ripetuto tante volte Benedetto XVI, non è la risposta al dramma della sofferenza”. L'anziana è stata colta il 26 luglio da infarto cerebrale. I medici il 4 agosto le hanno collocato una sonda nasogastrica, che le è stata ritirata la settimana scorsa su richiesta del figlio, che ha spiegato che in questo modo rispettava la volontà della madre. Mons. Vilaplana ha sottolineato che “ogni azione volta a interrompere l'alimentazione o l'idratazione rappresenta un atto di eutanasia, in cui la morte avviene non per malattia, ma per la sete e la fame provocate”. Riferendosi alla presentazione del caso come un atto di umanità e liberazione, ha ricordato che “l'unico dovere che ha la società in relazione alla persona malata è quello di aiutarla a vivere”. I medici dell'Ospedale Blanca Paloma non volevano ritirare la sonda che alimentava la paziente e la Giunta dell'Andalusia è intervenuta perché ciò avvenisse, in applicazione della legge sulla morte degna di questa comunità autonoma spagnola. “Non è dovere di un medico sospendere l'alimentazione e l'idratazione di una persona che si trova in coma vegetativo, situazione cronica che non sarà la causa della morte - ha precisato il vescovo -. Di fronte a questo, è necessario riconoscere il diritto all'obiezione di coscienza dei professionisti sanitari”. L'associazione “Derecho a Vivir” (Dav) ha presentato ai giudici di Huelva una richiesta per ottenere la tutela giuridica urgente del diritto alla vita di Ramona Estévez. Oggi Dav presenterà anche una denuncia contro il consigliere per la Salute dell'Andalusia, María Jesús Montero, per aver ordinato una pratica eutanasica contraria all'ordinamento giuridico spagnolo e per un possibile danno al diritto all'obiezione di coscienza. (R.G.)







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