2011-09-01 12:47:02

Giornata del Creato. I vescovi italiani invitano a rendere la Terra ospitale e accogliente per tutti


Tutela dell’ambiente e solidarietà umana. Sono i due valori ai quali fa riferimento l’odierna Giornata per la salvaguardia del Creato, in occasione della quale i vescovi italiani invitano a riflettere sul tema “In una terra ospitale educhiamo all’accoglienza”. L’educazione all’accoglienza, anzitutto della vita, e il problema dei rifugiati ambientali sono alcuni dei punti del messaggio dei vescovi. Francesca Sabatinelli ne ha parlato con il teologo Simone Morandini, membro del gruppo Custodia del Creato dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Cei:RealAudioMP3

R. - La terra come spazio ospitale è uno degli elementi qualificanti del messaggio cristiano: siamo posti nell’Eden che è giardino - ci dice la Scrittura - per coltivarlo e custodirlo. Quindi siamo, in un certo senso, ospiti del Signore sulla Terra. E’ chiaro allora che, in questa prospettiva, la dimensione dell’accoglienza ha una pluralità di significati: c’è un’accoglienza che l’essere umano è chiamato a realizzare nei confronti di se stesso, del suo stesso essere; c’è un’accoglienza che Dio realizza, perché è Lui il primo ospitante, sta a noi di accoglierla, di riconoscerla, di rispondere con gioia e con lode e di rispondere anche con una pratica dell’accoglienza nei confronti degli altri.

D. - Quindi l’accoglienza anche - e questa è l’altra parte del messaggio - dei rifugiati ambientali. Ci viene ricordato il legame che spesso queste migrazioni hanno con la questione ambientale e in questo periodo stiamo vivendo il dramma delle popolazioni del Corno d’Africa. Quale riflessione ci deve sollecitare?

R. - Una prima questione urgente è anche un’istanza di solidarietà: la comunità internazionale in primo luogo - ma anche ognuno di noi - deve mantenere questa attenzione solidale nei confronti di coloro che vedono la loro terra diventare inabitabile. Questo è il primo richiamo. Il secondo è di far sì, per quanto possibile, che la Terra sia e resti il più possibile ospitale per tutti gli esseri umani: qui giustamente il documento - riprendendo anche le parole di Benedetto XVI - richiama il ruolo del cambiamento climatico, anche della desertificazione di vaste zone dell’Africa, ad esempio… Accoglienza, in questo senso, significa anche cura del Creato: far sì che la casa della famiglia umana sia una casa abitabile per tutti.

D. - Eppure sembra che l’uomo molto spesso dimentichi quanto sia importante aver cura della propria casa…

R. - Questo è drammatico! Sembra quasi di sperimentare ciò che dice Paolo sulla nostra capacità di vedere ciò che è buono, ma poi di comportarci diversamente. Credo che un ruolo importante sia quello delle comunità religiose e in particolare anche quello della comunità cattolica nel rilanciare e continuamente nel ribadire questa dinamica dell’educazione: l’educazione all’accoglienza e l’educazione alla custodia della Terra. Sono di quelle sfide che sembra di non poter mai vincere, eppure è soltanto tramite esse che abbiamo la possibilità di trasformare in modo profondo, significativo ed efficace quei comportamenti che al momento sembrano davvero mettere a repentaglio l’abitabilità della nostra casa.

D. - Non è soltanto la Chiesa cattolica a celebrare questa Giornata: ricordiamo a questo proposito anche il grande attivismo che il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ha sempre espresso in questi anni. Nel messaggio per questa Giornata 2011 è stato molto forte: “Non si può più mettere a tacere la distruzione che per avidità l’uomo fa dell’ambiente”. Bartolomeo I fa ruotare tutto attorno all’azione, alla cattiva azione, dell’uomo…

R. - Non c’è dubbio. La crisi ambientale che sperimentiamo è una crisi che è fondamentalmente antropogenica, non soltanto antropogenica, ma certamente anche quelle dinamiche naturali, che pure ci sono, sono drammaticamente amplificate da comportamenti umani. La percezione di questo fatto è davvero qualcosa che le Chiese cristiane hanno imparato a condividere, a parlarne assieme o almeno a parlarne in profonda sintonia le une con le altre. Questa Giornata del 1° settembre è anche un’espressione di questo atteggiamento comune, per cui oggi celebrare la Giornata del Creato è anche un evento fortemente ecumenico: quasi a richiamare questa sintonia etimologica che lega tra loro ecumene ed ecologia. (mg)







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