Argentina: il vescovo di Mar del Plata in difesa delle immagini religiose nei luoghi
pubblici
“Rimuovere i simboli religiosi nei luoghi pubblici significa cancellare tanta parte
della storia e della cultura patria e ignorare il contributo originale del cristianesimo”.
E’ quanto dichiara al giornale “La Capital”, il vescovo di mar di Plata mons. Antonio
Marino, che è intervenuto nel dibattito suscitato da una recente proposta di legge
che vorrebbe l’eliminazione dei simboli religiosi dagli spazi pubblici dalla città.
Lo riporta l’Osservatore Romano. La proposta contestata “proibisce l’installazione
o l’esibizione permanente di immagini o motivi religiosi in tutti gli edifici pubblici”
della capitale, con eccezione di quelli che si trovino in ospedali e cimiteri. Il
presule critica il progetto di legge in questione: «Se prendiamo sul serio la proposta
di sradicare i simboli religiosi dalle istituzioni civili e dagli spazi pubblici,
ciò ci porterà molto lontano. L’applicazione di questo principio, promosso da una
minoranza, sembra presumere che l’organizzazione della società possa ignorare il proprio
passato e la propria identità storica e culturale». Ciò equivarrebbe, quindi, a «pretendere
di fondare nuovamente la Patria su basi diverse». Inoltre, rileva ancora mons. Marino,
con una punta d’ironia, «secondo la stessa linea argomentativa, che vede nei simboli
religiosi una minaccia per la democrazia e la libertà, dovremmo quindi cambiare i
nomi d’innumerevoli città, province e strade che recano il marchio cristiano e cattolico».
Il vescovo ha ricordato il celebre invito evangelico a «dare a Cesare quello che è
di Cesare e a Dio quello che è di Dio», Il cristianesimo possiede, allora, “la forza
spirituale che ha portato a distinguere, senza opporli, il campo del potere spirituale
e la portata di quello politico”. (G.I.)