2011-08-31 14:31:44

Nigeria: per l'arcivescovo di Jos le cause delle violenze non sono religiose


“Il ciclo di violenze con conseguenti omicidi, massacri e distruzione dei mezzi di sussistenza frutto del duro lavoro della popolazione di Jos e dintorni è, a dir poco, estremamente preoccupante, e infligge un grande dolore e pure un terribile imbarazzo a tutte le persone di buona volontà”: lo afferma mons. Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos, in una dichiarazione inviata all’agenzia Fides, rilasciata all’indomani di un nuovo scontro tra cristiani e musulmani che ha provocato la morte di 13 persone. “Non uccidere è un comandamento valido sia nel cristianesimo sia nell’Islam” ricorda mons. Kaigama che invoca il dialogo come “la soluzione migliore a prescindere dal livello di scontro o di provocazione. Coltelli, archi e frecce, fucili, esplosivi e bombe non porteranno la soluzione desiderata, anzi, hanno solo accresciuto l'odio reciproco che culmina in una sciagurata raccolta di morti e di miserie”. L’arcivescovo di Jos contesta l’interpretazione semplificatoria dei contrasti religiosi come unica origine delle violenze. “Invece di addurre i contrasti religiosi come unica causa dei continui attacchi, le autorità competenti devono adoperarsi per individuare le radici profonde del caos, per essere affrontate definitivamente con decisione” scrive mons. Kaigama. “Facciamo appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà affinchè preghino, esortiamo le autorità competenti ad intervenire con decisione per porre fine a questa situazione, per risparmiarci ulteriori imbarazzi nazionali e internazionali e soprattutto per salvare vite preziose e proprietà ottenute a prezzo di un duro lavoro” continua il messaggio. Jos, capitale dello Stato di Plateau, era fino a qualche tempo fa, un luogo di villeggiatura frequentato da persone provenienti da tutta la Nigeria. Mons. Kaigama auspica dunque di “ristabilire la giustizia in onore dei morti e di creare un ambiente favorevole per chi vuole investire nello Stato di Plateau o venire a godere della nostra ‘casa della pace’, senza timore di essere aggrediti o molestati. In verità, nessun nigeriano di buona volontà è orgoglioso della situazione nella quale vive attualmente il Paese. Confidiamo in Dio e crediamo che Lui possa ristabilire la pace in modo permanente, ma tutti noi vogliamo fare la nostra parte per essere operatori di pace e di una positiva trasformazione sociale” conclude il messaggio. (R.P.)







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