2011-08-31 14:19:13

Il Festival del cinema di Venezia cerca l'equilibrio tra arte e spettacolo


Si inaugura questa sera alle ore 19 al Lido, nella Sala Grande restaurata e portata all’originale decoro degli anni ’30, la 68.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia diretta da Marco Müller. Dopo la cerimonia, nel corso della quale il presidente della Biennale Paolo Baratta darà il via al festival e presenterà la Giuria Internazionale, sarà proiettato l’atteso film di George Clooney “Le Idi di Marzo”, che lo vede impegnato anche come regista. Il servizio è di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Solite parole e polemiche sui lavori iniziati e sospesi – la terribile buca davanti al Casinò dove doveva sorgere il nuovo Palazzo del Cinema che forse mai sorgerà - le sale che mancano, i costi che lievitano, i giovani che dilapidano una fortuna al Lido per seguire il cinema, le star che forse arrivano e gli italiani che sperano nel Leone: Venezia è una Mostra del cinema ma deve patteggiare ogni anno con il glamour del cinema, ossia trovare un punto di equilibrio tra arte e spettacolo, tra qualità e commercio. Per questa edizione, la soluzione si è tentata aumentando a dismisura il numero delle pellicole: tante, troppe, di tutti i generi, disseminate nelle diverse sezioni. Non mancano però nomi e titoli di grande interesse e veterani in concorso: il russo Sokurov che porta a compimento la sua tetralogia sul potere, l’italiano Crialese che filosofeggia sul problema dell’immigrazione (tema affrontato seriamente da molti film, quest’anno, anche nella Settimana della Critica e nelle Giornate degli autori, senza dimenticare il grande Ermanno Olmi e il suo “Villaggio di cartone”, fuori concorso), qualche occhiata attenta e curiosa al cinema cinese e giapponese, l’iraniana Marjane Satrapi per una profondissima storia ambientata a Teheran nel 1958 e molti americani: Friedkin, maestro della paura, Solondz, maestro dello scandalo, Cronenberg dell’immaginario, Ferrara della visione - il suo film è sull’apocalisse - e George Clooney, maestro nel descrivere scenari difficili di storia contemporanea. A lui spetta l’onore dell’apertura della Mostra, questa sera, nella rinnovata Sala Grande, con “Le Idi di Marzo”, di cui è regista e interprete. Storia politica per eccellenza, girata con grande e parsimonioso uso dello spazio e della parola. In Ohio, durante le primarie per la presidenza del Partito Democratico, ideali e sporchi affari: si apre la tenda sulla corruzione e gli inganni che seguono di pari passo le vicende di ogni politico, in ogni parte del mondo. Clooney è il candidato, e dietro i suoi comizi si nasconde il peggio, che non troverà luce; ai bordi della sua carriera chi lavora per la sua corsa, il responsabile della comunicazione, Ryan Gosling attore di eccelse qualità, che evita trappole e non rifiuta il ricatto, candidandosi un domani per analoghe, sporche peripezie di carriera. Un film che alla proiezione per la stampa ha ricevuto ampli applausi, che si segue con attenzione e quel minimo di apprensione, pensando alla precarietà degli esseri umani che ci governano e a quanto la responsabilità politica dovrebbe avere come inseparabili compagne quotidiane le virtù morali della giustizia, della purezza, dell’onestà, della temperanza. Clooney sembra dirci: queste sono belle parole, questo rimane un ideale irraggiungibile. Nulla di più contemporaneo. La Mostra, così, si inaugura bene.







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