Sud Sudan: l'arcivescovo di Juba chiede la fine del tribalismo "per una nazione unita"
Occorre superare il tribalismo se si vuole costruire una nazione unita. È questo il
senso dell’appello lanciato domenica scorsa da mons. Paulino Lokudu Loro, arcivescovo
di Juba, capitale del Sud Sudan. “Se non ci sottraiamo al richiamo del tribalismo,
alla corruzione, alle uccisioni degli uni con gli altri, allora sarà la fine della
nostra vita" ha affermato l’arcivescovo di Juba, che ha sottolineato che molte vite
sono andate perdute nella lotta per l'indipendenza e che ora è “giunto il tempo di
godere pacificamente i frutti della loro lotta”. Secondo quanto riporta il quotidiano
Sudan Tribune, ripreso dall'agenzia Fides, mons. Loro ha invitato i fedeli a pregare
per la pace in Sud Sudan ed a lavorare per riportare la stabilità, con un’attenzione
particolare al problema dei furti di bestiame. Alcuni degli atti di violenza più gravi
avvenuti di recente nel Sud Sudan sono infatti legati alle razzie di bestiame tra
le diverse popolazioni del Paese. L’ultima strage è quella commessa da un gruppo armato,
probabilmente della tribù Murle, che ha ucciso oltre 600 persone nella contea di Uror,
nella zona della tribù Lou Nuer. L'assalto è considerato come una rappresaglia per
un attacco simile commesso a giugno dai Lou Nuer contro i Murle nel quale sono state
uccise centinaia di persone. Circa 2 milioni di persone sono morte nel conflitto per
l’indipendenza del Sud Sudan, motivato da questioni religiose, etniche, ideologiche
e materiali (in particolare per il controllo del petrolio). Diversi analisti affermano
che il Sud Sudan, indipendente dal 9 luglio, rischia di diventare uno Stato fallito,
se non riesce a mettere sotto controllo le insurrezioni e le sanguinose faide che
dividono le diverse tribù che vi abitano. (R.P.)