2011-08-30 16:54:28

Fmi: le crisi nel mondo rallentano la ripresa economica


L’economia globale continua a rallentare secondo il Fondo Monetario Internazionale che ha diffuso i dato contenuti nel World Economic Outlook. Tra le cause che hanno inciso sfavorevolmente sullo sviluppo globale anche il susseguirsi di una serie di shock in varie aree del mondo, come il terremoto in Giappone, le tensioni nei paesi produttori di petrolio e la turbolenza finanziaria nella zona Euro. Le previsioni del Fmi sono dunque tutte al ribasso, tranne per quel che concerne le stime relative al blocco dei Paesi emergenti e in via di sviluppo. Per un commento sui dati più eclatanti dell’economia mondiale, Stefano Leszczynski ha raccolto il commento dell’economista Alberto Quadrio Curzio:RealAudioMP3

R. - La rettifica al ribasso delle stime di crescita non è certamente una buona notizia e in particolare non lo è con riferimento agli Stati Uniti, per i quali vi è una correzione di quasi un punto percentuale nel tasso di crescita su base annua. Per quanto riguarda l’Eurozona, invece, un tasso di crescita previsto dell’1,9 con una rettifica al ribasso dello 0,1 non è una cattiva notizia. Sorprende però che l’analisi del Fondo lasci sostanzialmente una crescita invariata per la Germania al 3,2 mentre invece i dati del II Trimestre di questo Paese sono meno incoraggianti e anche altri istituti di ricerca danno dati meno incoraggianti.

D. - Il Fondo monetario dà il Pil a livello mondiale con un segno positivo e anche in crescita del 4,2 per cento: tuttavia, gli unici Paesi che si vedono crescere con un ritmo sostenuto sono quelli in via di sviluppo e i Paesi emergenti. Questo come va letto nel quadro dell’economia internazionale?

R. - Un dato che ormai si conferma anno dopo anno: Cina, India, Brasile sono Paesi che crescono a tassi assai significativi. Bisogna però tenere conto che sono Paesi che partono da livelli di sviluppo ancora molto bassi e - come sempre accade - quando si parte da livelli di sviluppo bassi, le prime fasi di crescita sono particolarmente accentuate.

D. - Un caso a sé potrebbe essere rappresentato dalla sponda meridionale del bacino mediterraneo…

R. - Non c’è il minimo dubbio. Sulla base di analisi di altri istituti di previsione - non del Fondo monetario - risulterebbe che nell’anno corrente la crescita di questi Paesi non supererà l’uno per cento, mentre nell’anno precedente 2010 viaggiava intorno al 4,5-4,7 per cento. E’ evidente che i sommovimenti hanno degli effetti di economia che sono di grandissima misura. Sotto un profilo più politico ed economico, io credo che sarebbe stato molto importante mettere in atto da subito un piano di ricostruzione di questi Paesi, utilizzando anche le grosse risorse finanziarie che i Paesi stessi hanno a disposizione. Si pensi che i due fondi sovrani della Libia hanno una dotazione di capitale intorno ai 150 miliardi di dollari: si tratta, quindi, di cifre enormi… (mg)







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