Fmi: le crisi nel mondo rallentano la ripresa economica
L’economia globale continua a rallentare secondo il Fondo Monetario Internazionale
che ha diffuso i dato contenuti nel World Economic Outlook. Tra le cause che
hanno inciso sfavorevolmente sullo sviluppo globale anche il susseguirsi di una serie
di shock in varie aree del mondo, come il terremoto in Giappone, le tensioni nei paesi
produttori di petrolio e la turbolenza finanziaria nella zona Euro. Le previsioni
del Fmi sono dunque tutte al ribasso, tranne per quel che concerne le stime relative
al blocco dei Paesi emergenti e in via di sviluppo. Per un commento sui dati più eclatanti
dell’economia mondiale, Stefano Leszczynski ha raccolto il commento dell’economista
Alberto Quadrio Curzio:
R. - La rettifica
al ribasso delle stime di crescita non è certamente una buona notizia e in particolare
non lo è con riferimento agli Stati Uniti, per i quali vi è una correzione di quasi
un punto percentuale nel tasso di crescita su base annua. Per quanto riguarda l’Eurozona,
invece, un tasso di crescita previsto dell’1,9 con una rettifica al ribasso dello
0,1 non è una cattiva notizia. Sorprende però che l’analisi del Fondo lasci sostanzialmente
una crescita invariata per la Germania al 3,2 mentre invece i dati del II Trimestre
di questo Paese sono meno incoraggianti e anche altri istituti di ricerca danno dati
meno incoraggianti.
D. - Il Fondo monetario dà il Pil a livello mondiale
con un segno positivo e anche in crescita del 4,2 per cento: tuttavia, gli unici Paesi
che si vedono crescere con un ritmo sostenuto sono quelli in via di sviluppo e i Paesi
emergenti. Questo come va letto nel quadro dell’economia internazionale?
R.
- Un dato che ormai si conferma anno dopo anno: Cina, India, Brasile sono Paesi che
crescono a tassi assai significativi. Bisogna però tenere conto che sono Paesi che
partono da livelli di sviluppo ancora molto bassi e - come sempre accade - quando
si parte da livelli di sviluppo bassi, le prime fasi di crescita sono particolarmente
accentuate.
D. - Un caso a sé potrebbe essere rappresentato dalla sponda
meridionale del bacino mediterraneo…
R. - Non c’è il minimo dubbio.
Sulla base di analisi di altri istituti di previsione - non del Fondo monetario -
risulterebbe che nell’anno corrente la crescita di questi Paesi non supererà l’uno
per cento, mentre nell’anno precedente 2010 viaggiava intorno al 4,5-4,7 per cento.
E’ evidente che i sommovimenti hanno degli effetti di economia che sono di grandissima
misura. Sotto un profilo più politico ed economico, io credo che sarebbe stato molto
importante mettere in atto da subito un piano di ricostruzione di questi Paesi, utilizzando
anche le grosse risorse finanziarie che i Paesi stessi hanno a disposizione. Si pensi
che i due fondi sovrani della Libia hanno una dotazione di capitale intorno ai 150
miliardi di dollari: si tratta, quindi, di cifre enormi… (mg)