Bosnia-Erzegovina: per i vescovi i cattolici sono i più penalizzati dagli Accordi
di Dayton
La pace in Bosnia potrebbe essere nuovamente a rischio a causa dell’incapacità della
comunità internazionale di “assicurare giustizia e diritti umani per tutti”. A denunciarlo
nei giorni scorsi in un’intervista all’agenzia Cns è stato mons. Ivo Tomasevic, segretario
generale della Conferenza episcopale bosniaca, che ha confermato così le valutazioni
espresse poco più di un mese fa dall’arcivescovo di Sarajevo, cardinale Vinko Puljic
e da mons. Franjo Komarica, vescovo di Banja Luka nella Repubblica Serba di Bosnia
(Sr). Secondo il presule gli accordi firmati a Dayton 1995 dopo tre anni di guerra,
non sono riusciti a portare “una pace stabile e duratura” nel Paese, perché concepiti
dalla comunità internazionale e non dal popolo bosniaco. Ad essere penalizzata è stata
soprattutto la comunità cattolica, le cui condizioni sono peggiorate: solo il 3% dei
200mila cattolici fuggiti dall’attuale Repubblica Serba di Bosnia (Sr) hanno fatto
rientro nelle proprie case, mentre le 40 parrocchie presenti nella capitale Sarajevo
sono rimaste spopolate. “L’accordo di pace - ha detto mons. Tomasevic - ha fermato
i combattimenti, ma solo perché è sceso a compromessi con l’ingiustizia e ha legalizzato
la pulizia etnica delle fazioni più forti. A 16 anni di distanza la gente ancora non
si sente sicura , perché sa di vivere in uno Stato in cui i crimini di guerra sono
stati premiati, invece di essere contrastati e condannati”. Per il vescovo le modifiche
portate nel 2001 agli accordi hanno contribuito solo a peggiorare la situazione dei
cattolici a vantaggio della maggioranza musulmana che detiene le vere leve del potere
in Bosnia e ha tutto l’interesse a conservare lo status quo. “L’assenza di soluzioni
– ha quindi ammonito – rischia di radicalizzare gli animi”. Dagli 820mila censiti
nei primi anni ’90 oggi essi sono ridotti a circa 400mila, pari al 9% della popolazione,
più della metà della quale è musulmana e il 37% è serbo-ortodossa. (A cura di Lisa
Zengarini)