Siria: l'opposizione ad Assad forma un Consiglio nazionale di transizione
Le opposizioni siriane hanno annunciato ieri da Ankara, in Turchia, la creazione di
un Consiglio nazionale di transizione formato da 94 membri. Intanto, sul terreno non
si arresta la dura repressione messa in atto dal regime: i blindati di Assad hanno
assediato la città di Rastan e sono entrati ad Hit al confine con il Libano, mentre
a Dyar al Azor sono 8 i civili morti. Il servizio di Cecilia Seppia:
A dare l’annuncio
in diretta ieri mattina, da Ankara è la tv araba Al Jazeera: nella capitale
Turca, le opposizioni siriane riunite per la seconda volta hanno dato vita ad un Consiglio
nazionale di transizione. 94 membri e un presidente: Burhan Ghalioun, intellettuale
dissidente e docente di Sociologia politica alla Sorbona, che vive in Francia. Quale
la funzione e il valore di questo organismo? L'opinione di Eric Salerno,
esperto di Medio Oriente del quotidiano “Il Messaggero”:
“Comincia ad
essere un organismo che potrebbe avere un impatto su quello che sta succedendo in
Siria, anche a livello diplomatico. Evidentemente quello che è accaduto in Libia lascia
sperare anche i siriani su un possibile intervento della Comunità internazionale.
Per quello che ho sentito fino ad ora dagli oppositori e da alcuni capi di questi
movimenti di protesta, non si chiede e non si vuole alcun intervento militare straniero.
Quello che loro vogliono è un intervento a livello diplomatico molto più sostenuto
e pesante di quello che si è visto finora”.
La Turchia non si fida più
di Assad, dice il presidente turco Abdullah Gul, mentre dal canto suo il premier Erdogan
invoca la fine della repressione: nessun governo, afferma, può sopravvivere ricorrendo
solo alla brutalità, l’unica soluzione è far tacere le armi e ascoltare il popolo.
Questa presa di posizione di Ankara potrebbe creare nuovi rapporti e interessi nell’area
mediorientale. Ancora Eric Salerno:
“La Turchia, da un
paio di anni, si è spostata più verso i Paesi islamici, anche per colpa del rifiuto
dell’Europa di 'incorporarla' nell’Unione. Per cui la Turchia, oggi, sta facendo un
gioco di ‘rivalità’ anche nei confronti dell’Iran, ed ovviamente i suoi alleati occidentali
– l’America in primis – vorrebbero una Turchia più forte, forse anche al posto dell’Egitto”.
Ma
sul terreno è ancora il caos. I blindati governativi hanno sfondato la frontiera
con il Libano alla conquista di Hit. Qui, testimoni riferiscono di forti esplosioni
e continui colpi di artiglieria pesante. Le truppe del presidente hanno poi assediato
la città di Rastan a caccia di disertori, per lo più si tratta di soldati. Altro fronte
caldo la città di Dayr al Zor, non lontano dal confine con l’Iraq: gli attivisti riferiscono
di otto morti nella notte e decine di feriti. Duri interventi delle forze di sicurezza
anche a Duma e nei pressi di Damasco. (vv)