Libia: attacco di insorti e Nato su Sirte, roccaforte di Gheddafi
Gheddafi rappresenta ancora una minaccia per i libici e per il mondo intero. Lo ha
detto il presidente del Cnt, il Consiglio Nazionale di Transizione libico, Mustafa
Abdel Jalil. Sul terreno, prosegue l’offensiva degli insorti, coadiuvata da raid Nato,
su Sirte, ultima roccaforte del regime dove potrebbe essersi nascosto il rais. Intanto,
dall’Unicef arriva l’allarme: "A Tripoli manca l’acqua e si corre il rischio di un’epidemia
sanitaria senza precedenti". Sempre nella capitale, oggi, la Francia ha riaperto la
propria ambasciata. Il servizio di Paolo Ondarza:
E’ su Sirte
che si concentrano gli sforzi dei ribelli per sconfiggere i lealisti. Gheddafi potrebbe
essersi nascosto proprio qui, nella sua città natale. Per i ribelli rappresenta ancora
una minaccia ed è quindi necessario il supporto della Nato. Gli insorti dicono ‘no’
poi alla proposta del Colonnello di negoziare sulla formazione di un governo di transizione.
Ma una volta caduto definitivamente il regime, il Consiglio Nazionale Transitorio
Libico riuscirà a guidare il Paese? Risponde Maria Grazia Enardu,
docente di relazioni internazionali all’Università di Firenze ed esperta di Medio
Oriente.
R. – Il Cnt è un insieme di elementi tribali, come del resto
tutta la Libia. E’ inevitabile che all’interno di questo Comitato emergano tensioni
fortissime, non solo di natura politica ma anche di natura storica e culturale, che
potrebbero provocare gravi problemi.
D. – La "Primavera araba" è stata
complessivamente salutata in maniera positiva, ma potrebbe esserci anche un rovescio
della medaglia?
R. – La "Primavera araba" è nata in Paesi forse un po’
più evoluti della Libia, come la Tunisia, l’Egitto e come la stessa Siria. La Libia
ha una dinamica assai diversa: non so se parlare di "Primavera" o di "Tramonto" di
un dittatore. Il vero pericolo che Gheddafi costituisce per il suo Paese è che ha
un potere di interdizione assai forte, sia tramite gli elementi tribali che sono a
lui collegati, sia tramite tutti i favori che ha dispensato "a destra e a manca" negli
ultimi 40 anni e che possono diventare elemento di ricatto.
D. – Ed
è per questo che i ribelli definiscono Muhammar Gheddafi una minaccia tuttora esistente
per la Libia e per il mondo intero?
R. – Certo! Perché se Gheddafi cominciasse
a raccontare alcune delle cose che ha detto, fatto o fatto fare in questi anni, tutta
una serie di elementi all’interno e all’esterno sarebbero in pericolo.
D.
– Quindi, è nell’interesse di molti che non parli?
R. – E’ nell’interesse
di molti che il Colonnello non parli: questo è nell’interesse di tutti, anche di molti
europei.
A conferma della complessa realtà politica in Libia ieri l’ex
capo delle forze armate di Gheddafi, il generale Abdelhfid, ha abbandonato il regime
formando un Consiglio militare transitorio per la Libia meridionale e centrale.
Intanto, l’Unicef esprime preoccupazione perché a Tripoli nei prossimi giorni
potrebbe esserci una carenza idrica. L’agenzia Onu ha iniziato una distribuzione di
5 milioni di litri di acqua. Sempre a livello umanitario, l’Organizzazione internazionale
per le Migrazioni, Oim, ha fatto evacuare ieri da Tripoli a bordo di una nave con
destinazione Bengasi circa 850 migranti e cittadini libici in condizioni di
forte vulnerabilità, tra questi donne e bambini. (gf)