Elezioni in Liberia. I vescovi: scegliere persone che si pongano al servizio del Paese
Un accorato appello a guardare alle prossime elezioni in Liberia come ad un momento
cruciale dello sviluppo democratico del Paese; un esame attento della realtà sociale
della nazione africana; una riflessione sulle speranze della popolazione, alla luce
della religione cattolica; un questionario per trasmettere un’educazione civica di
base agli elettori. Racchiude tutto questo la Lettera pastorale che i vescovi della
Liberia hanno pubblicato recentemente, in vista delle elezioni presidenziali e legislative
in programma per l’11 ottobre. Il documento, a firma di mons. Lewis Jerome Zeigler,
arcivescovo di Monrovia e presidente della Conferenza episcopale liberiana (CEL),
parte da una premessa: “Le prossime elezioni sono cruciali per la stabilità della
nazione e serviranno anche a testimoniare la maturità della popolazione come corpo
politico”. Per questo, i vescovi ricordano che “è necessario comprendere il significato
della democrazia”, perché “eleggere significa scegliere una persona che si ponga a
servizio del Paese. Quindi, sia l’elettore che l’eletto devono agire seguendo principi
etici”. Poi, la lettera passa ad esaminare gli aspetti più critici della realtà del
Paese, indicandone sette in particolare: la povertà, sempre più estesa; le divisioni
etniche, che impediscono ai cittadini di sentirsi davvero parte di un’unica nazione;
i personalismi della politica, che portano a singoli favoritismi, contrari al bene
comune; i terribili riti dei sacrifici umani, contrari alla dottrina cristiana; la
grave crisi economica e sociale che impedisce alla Liberia di avere un ruolo rispettabile
a livello internazionale. E ancora, i vescovi puntano il dito contro la piaga dell’analfabetismo,
“un fattore che impedisce lo sviluppo nazionale”, invitando la popolazione a darsi
da fare in prima persona: “Chi sa leggere e scrivere deve aiutare chi non lo sa fare
e chi non sa leggere e scrivere deve voler imparare da chi lo sa fare”. Infine, l’ultima
criticità della Liberia indicata dai presuli – ultima, ma non per questo meno importante
– è la corruzione che, “come l’aria, è presente ovunque, nelle case, sul posto di
lavoro, nelle comunità, nelle parrocchie, nei partiti politici, nel governo”. Ma nonostante
tutto, l’invito della Chiesa è a sperare: “La speranza – si legge nella lettera –
renderà la popolazione in grado di guardare al cambiamento, un cambiamento lento,
certo, ma necessario nella vita delle persone. La speranza darà ai liberiani la forza
di chiedere una gestione trasparente dei fondi pubblici, di vedere la giustizia nella
prospettiva in cui nessuno potrà essere al di sopra della legge e di credere ancora
nelle capacità del governo”. Per questo, affermano i presuli, “il processo elettorale
è così cruciale, dall’inizio fino alla fine. Rispettiamo, quindi, le scelte che faranno
coloro che eserciteranno il diritto di voto con coscienza e guardando al bene del
Paese”. Alcune raccomandazioni, poi, vanno anche ai futuri vincitori delle elezioni:
“Chi sarà eletto – spiegano i vescovi – dovrà sentirsi pronto e determinato ad essere
un leader patriottico, a servizio del Paese. Un vero vincitore è sempre umile e rispettoso
e la sua leadership deve assicurare continuità e coesistenza pacifica alla popolazione,
insieme a progressivi miglioramenti nella vita della nazione”. D’altronde, sottolinea
la Chiesa liberiana, “l’umiltà è il segno distintivo di un vero leader, grazie al
quale si è consapevoli che servire un Paese è opera di Dio e l’opera di Dio deve essere
svolta in modo onesto, trasparente, zelante ed amorevole”. Di qui, l’appello a tutti
i liberiani “ad amare la nazione, piuttosto che i partiti, ad essere leali nei confronti
di tutto il Paese e non dei singoli individui, ad essere in prima linea nell’affrontare
lo sviluppo e la stabilità di tutti, a parlare meno e ad agire di più”. E ancora:
la CEL invita a “cancellare dal vocabolario e dalla mente il linguaggio della guerra
e di ogni genere di violenza”, poiché “avere elezioni libere e corrette aiuterà la
Liberia a porsi in modo stabile sulla via della pace e dello sviluppo”. Infine, la
Lettera pastorale si conclude con un questionario che aiuta i cittadini a riflettere,
in modo pratico, sul significato del voto. In particolare, il questionario ricorda
che ci sono diversi tipi di voto: quello “patriottico” che ha come obiettivo il bene
della nazione; quello “di partito”, che non guarda al programma presentato dei candidati,
ma solo al loro colore politico; quello “contro”, che vuole penalizzare un determinato
schieramento a vantaggio di un altro; il voto “etnico” che mira a favorire determinati
gruppi; quello “pregiudiziale” che esclude a priori alcuni candidati in base ad alcuni
criteri soggettivi, e il voto “apatico”, di coloro che non hanno opinioni personali.
I vescovi invitano, quindi, i cittadini a dare un senso al proprio diritto-dovere
elettorale, affidando poi la Liberia all’intercessione della Maria, Madre di Dio.
(A cura di Isabella Piro)