2011-08-27 15:12:18

Crisi internazionale e volontariato al Meeting di Rimini. Intervista con il cardinale Sarah


La dimensione etica non è estranea alla dimensione di mercato. Con questa citazione di Benedetto XVI il ministro dell’economia Giulio Tremonti – ospite al Meeting di Comunione e Liberazione, che si chiude questo pomeriggio con 800mila presenze all’attivo - ha terminato stamattina l’incontro sul destino per l’Europa in tempo di crisi. Il servizio dell’inviata Antonella Palermo:RealAudioMP3

Preoccupazione e solerzia hanno segnato il tono dell’atteso incontro sui temi delle politiche economiche dell’Europa di fronte a una crisi globale. Ad aprire Mario Mauro, capogruppo Pdl al Parlamento europeo, sgomento sull’approssimazione con cui si tratta il rapporto tra potenzialità dell’Ue e suo potere effettivo. “Il problema cruciale è che l’Ue da sola non basta – ha detto – c’è bisogno che ciascun cittadino senta propria la logica dell’interdipendenza”. Quattro le azioni urgenti indicate da Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, affinché l’Ue contribuisca al superamento della difficile congiuntura: non solo sacrifici ma promuovere politiche di crescita (in particolare finanziando la ricerca e la formazione dei giovani); costruire l’unione fiscale dell’Europa senza la quale l’euro non regge; creare un’agenzia di rating indipendente in Europa; rafforzare la vigilanza sui mercati finanziari. Tutto questo attraverso un Parlamento europeo più robusto. Sulla necessità di salvare le banche che aiutano gli investimenti di famiglie e indutrie e non quelle che alimentano speculazioni finanziarie è tornato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il quale ha rassicurato che non c’è ancora il game over della crisi sebbene siano stati commessi errori pensando che si trattasse solo di un ciclo. Sulla Grecia, Tremonti ha detto che la crisi è una crisi di sistema ma appartiene al passato. Da sostenere con forza - dice - sono gli eurobond che consentono di combinare il rigore dei bilanci nazionali e lo sviluppo del nostro continente. L’invito finale è stato rilanciare quanto anche Benedetto XVI ha ripetuto a Madrid: che la dimensione etica non è estranea alla dimensione di mercato”.

Al Meeting di Rimini si è parlato anche di volontariato internazionale, considerando che al mondo ci sono più di un miliardo di persone che fanno volontariato. Per spiegare questi numeri Alberto Piatti, segretario generale della fondazione Avsi, ha rimesso al centro il tema dell’edizione di quest’anno: la ricerca di certezza del cuore umano in questo mondo nichilista. “Rifiutare il gesto - ha detto - significa rinunciare a una nostra certezza”. Nel ricordare l’appuntamento di novembre con il Santo Padre, in occasione della chiusura dell’Anno del volontariato voluto dall’Onu, il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, ha sottolineato che oggi il volontariato è “la linfa vitale dei programmi di sviluppo e della cooperazione internazionale”. Al microfono di Antonella Palermo ha poi sottolineato la specificità del volontario cristiano:RealAudioMP3

R. – Un cristiano dovrebbe portare Gesù Cristo nella sua attività e se si propone come volontario questo deve essere per lui un momento di testimonianza della sua fede, del suo rapporto con Gesù Cristo perché porta l’amore agli altri, ma questo amore non viene da lui, viene da Gesù Cristo: va ad aiutare gli altri ma va con Qualcuno che è dentro di lui, che è Gesù Cristo. Il volontariato dovrebbe essere un momento di testimonianza, di fede, e al tempo stesso un’esperienza della fede da vivere con altre persone che credono. Penso che il volontariato sia un’attività laica, sociale, umanitaria, che diventa anche momento di testimonianza e di fede.

D. – Quale deve essere la testimonianza del volontario cristiano?

R. – Penso che ogni volontario che parte a nome di una comunità ecclesiale, dovrebbe manifestare coerenza tra la sua vita di cristiano e la sua attività. I cristiani devono mostrare che la Chiesa è anche presente nei momenti difficili dell’uomo: quando c’è una catastrofe la Chiesa è presente perché dove soffre l’uomo, Dio soffre con lui, e noi cristiani dobbiamo mostrare che portiamo Dio che soffre e che viene ad esprimere la sua compassione. Penso che dovremmo riflettere sul modo di vivere il volontariato. So che adesso c’è più tendenza a trasformare il volontariato in una professione, una professione dove si insista sulla competenza - che è normale perché se vogliamo essere efficaci è necessario essere competenti -, però senza dimenticare che ciò che importa è l’uomo che vogliamo aiutare, non soltanto materialmente ma anche spiritualmente.

D. – In quali contesti problematici del mondo il Pontificio Consiglio Cor unum si è prodigato di più finora e in quali pensa di compiere nuovi progetti a breve termine?

R. – Noi veniamo in aiuto soprattutto nei casi di terremoto, di tsunami, di crisi umanitarie… Abbiamo aiutato, ultimamente, Haiti e il Giappone. Dove l’uomo è provato la Chiesa deve essere presente e noi siamo presenti a nome del Santo Padre per mostrare che la Chiesa è con chi soffre e chi ha difficoltà. Adesso per esempio abbiamo mandato alcuni aiuti in Somalia.

D. – Come aiutare le tante persone che stanno giungendo sulle coste dell’Italia dall’Africa?

R. – Penso che non deve essere soltanto un lavoro della Chiesa ma un’espressione di solidarietà di tutti i popoli europei. Anche se gli africani vanno altrove devono trovare un’accoglienza. Penso che se vengono in Europa è perché nei loro Paesi soffrono e forse soffrono perché c’è tanta ingiustizia economica. (bf)







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