2011-08-26 15:12:54

L'Acnur lancia la campagna per la riduzione degli apolidi: 12 milioni di persone senza cittadinanza


L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) ha lanciato una campagna per la riduzione degli apolidi nel mondo: si tratta di circa 12 milioni di persone che nessuno Stato riconosce come propri cittadini. Sulla carta non esistono. Sono persone senza nazionalità. Il lancio della campagna avviene a pochi giorni dal 50.mo anniversario della Convenzione sulla riduzione dell’apolidia del 1961, il 30 Agosto 2011. Sono diverse le cause dell’apolidia, molte delle quali si radicano in questioni legali, ma le conseguenze a livello umano possono essere drammatiche. Proprio perché gli apolidi sono persone che nessuno Stato riconosce come propri cittadini, spesso vengono loro negati i diritti fondamentali, oltre che l’accesso al lavoro, all’alloggio, all’educazione e all’assistenza sanitaria. A volte non possono possedere proprietà, aprire un conto bancario, sposarsi legalmente o registrare la nascita di un bambino. Alcuni vanno incontro a lunghi periodi di detenzione, perché non possono provare chi sono o da dove vengono. “Queste persone hanno un disperato bisogno di aiuto perché vivono in un terribile limbo legale”, afferma Antonio Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Questa condizione li rende tra le persone più escluse al mondo. Oltre alla sofferenza che viene inferta loro, l’effetto di emarginare gruppi interi di persone attraverso le generazioni, crea grosse tensioni nelle società in cui vivono e a volte può essere fonte di conflitto”. Sebbene si cominci solo ora a cogliere la reale portata del fenomeno dell’apolidia nel mondo, l’Acnur ha riscontrato che il problema è particolarmente acuto nel Sud Est Asiatico, nell’Asia Centrale, nell’Est Europa e nel Medio Oriente.







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