Gheddafi localizzato a Sirte: tornado britannici bombardano il suo bunker
In Libia, dopo la conquista di gran parte di Tripoli, gli insorti si apprestano ad
attaccare Sirte, città natale di Gheddafi dove, secondo fonti della presidenza francese,
si starebbe nascondendo in queste ore il colonnello. Intanto il Consiglio Nazionale
di Trasizione incassa l’ok delle Nazioni Unite per lo sblocco di beni libici per 1,5
miliardi di dollari. Il punto nel servizio di Marco Guerra:
La caccia
a Gheddafi si sposta a Sirte, città costiera dove si sono concentrate le ultime truppe
fedeli al colonnello. Questa mattina tornado britannici hanno attaccato un vasto bunker
dell’ex rais. Fonti dell’Eliseo hanno localizzato il leader libico in questa roccaforte
lealista che al momento è presidiata da almeno 1500 miliziani e diversi carri armati.
Fatto sta, però, che Gheddafi finora è sempre riuscito a sfuggire ai ribelli che,
più di una volta, hanno dato la sua cattura per cosa fatta. Ieri sera l’ennesima diffusione
di un audio-messaggio in cui il colonnello esorta il popolo a “purificare Tripoli
dai ribelli”. E oggi nella capitale le forze fedeli a Gheddafi hanno bombardato l'aeroporto,
mentre gli insorti si apprestano ad assaltare Abu Salim, l’ultimo quartiere controllato
dai fedelissimi del regime. Ma la gran parte della città è ormai controllata dai ribelli
che vi hanno, infatti, trasferito il loro quartier generale. E sul fronte politico
continua il processo di accreditamento del nuovo governo presso le istituzioni internazionali.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha sbloccato 1,5 miliardi di dollari di beni libici
per la ricostruzione del Paese, scongelati anche i fondi in diversi Paesi occidentali
che hanno risposto all’appello lanciato dal nuovo capo dell’esecutivo Jibrill. In
particolare si intensificano i rapporti con gli storici partner Europei. Ieri l’incontro
di Jibrill con Berlusconi. Mentre in Francia si intensificano le voci di un’imminente
visita in Libia del presidente Sarkozy e del premier britannico Cameron.
Il
fronte della guerra in Libia si è dunque spostato verso Sirte, ma a Tripoli e nei
pressi dell’aeroporto continuano a verificarsi degli scontri. Per un aggiornamento
della situazione sul terreno Cecilia Seppia ha raggiunto telefonicamente nella
capitale Cristiano Tinazzi, giornalista freelance:
R. – La situazione,
oggi, è relativamente tranquilla, è un giorno di preghiera. In questo momento mi trovo
davanti all’Hotel Corinthia: i giornalisti che, nei giorni scorsi, erano stati sequestrati
e poi fortunatamente liberati sono stati portati proprio qui. Ci sono stati dei rumori
come di bombardamenti, sicuramente da parte della Nato, verso la zona di Buslim ed
anche sporadici combattimenti.
D. – A proposito dei giornalisti, si
sa niente sul loro rientro in Italia?
R. – Sarebbero dovuti partire
questa mattina, alle 10, con una nave cargo che li avrebbe portati a Malta e poi in
Italia. Però al momento stanno ancora aspettando. Questa nave doveva arrivare già
ieri ma poi non è arrivata. Teoricamente, dovrebbero essere in Italia nel tardo pomeriggio
di oggi.
D. – Gheddafi è stato localizzato dalle truppe francesi a Sirte.
Che notizie si hanno a tal proposito?
R. – Le solite notizie che poi
non trovano conferma. Probabilmente sarà stato portato in quelle zone, che sono ancora
sotto la sua influenza, dove ci sono ancora legami tribali molto solidi e che lo difenderanno
fino alla fine.
D. – Teatro di guerra, in questo momento, è Sirte: ci
sono anche i tornado della Royal Air Force che stanno bombardando un bunker, almeno
secondo quanto si apprende dalle agenzie...
R. – Sì. Il fronte si sposta
ogni volta in un luogo diverso. Stanno cercando in tutti i modi di facilitare l’entrata
dei ribelli nelle ultime roccaforti di Gheddafi. Poi rimarrà il tratto di costa che
collega Zawia alla Tunisia ed il sud della Libia, ossia Saba, che si trova ancora
sotto il controllo del colonnello.
D. – Per quanto riguarda Tripoli,
invece, non si capisce ancora bene se sia stata completamente conquistata dai ribelli
o ancora no...
R. – Non è stata ancora conquistata del tutto dai ribelli.
Rimane parte del quartiere di Buslim, si combatte nella periferia, verso l’aeroporto,
dove c’è stata una forte resistenza. Il fatto che poi tutto il resto della città sia
sotto il controllo dei ribelli non vuol dire che essa sia sicura.
D.
– Nonostante sembri che la situazione stia evolvendo nettamente a favore dei ribelli,
la gente continua a fuggire da Tripoli e dalle altre zone di guerra, mentre a Bengasi
è arrivata un’altra nave dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni per
evacuare gli stranieri intrappolati nel Paese. Sono ancora molti?
R.
– Sì. Tra l’altro ho ricevuto notizie da un’associazione che si occupa dei rifugiati
eritrei che mi ha chiesto di fare dei controlli a Tripoli, perché gli immigrati africani
vivrebbero situazioni abbastanza gravi. Mi hanno chiesto di controllare in una zona
della città perché ci sarebbero degli eritrei tenuti prigionieri da parte dei ribelli
in alcuni appartamenti e sarebbero da giorni privi sia di acqua sia di cibo. (vv)