2011-08-25 15:02:35

Scontri a Mogadiscio: 60 bambini salvati da guerra e fame


Somalia, Etiopia e Kenya sono strette dalla morsa della carestia e della siccità. A rischio morte nel Corno d’Africa, oltre 13milioni di persone. La comunità internazionale si sta mobilitando per portare cibo e stanziare fondi, ma in territori come quello somalo al dramma della carestia si unisce l’instabilità politica. A Mogadiscio, oltre 60 bambini sono stati messi in salvo, in questi giorni, dagli scontri tra i governativi e le milizie al Shabaab. Massimiliano Menichetti ha raggiunto telefonicamente in Kenya, Elena Cranchi, responsabile comunicazione SOS Villaggi dei Bambini, Onlus coinvolta negli attacchi a Mogadiscio ed impegnata da oltre 20 anni in progetti di assistenza in Africa, in coordinamento con le Nazioni Unite e la Commissione Europea.RealAudioMP3

R. – La situazione nel Corno d’Africa, e in particolare in Somalia, è drammatica: sono a rischio di morte quattro milioni di persone, nel Corno d’Africa. Noi siamo presenti da più di 20 anni – per molti anni la nostra era rimasta l’unica organizzazione internazionale sul territorio in coordinamento con le Nazioni Unite e la European Commission. Il 27 luglio, quando è iniziata l’emergenza, siamo intervenuti immediatamente allestendo un campo profughi nella zona di Baldado, che è una zona nel distretto di Mogadiscio, accogliendo circa 6 mila famiglie, che è un numero veramente molto elevato, e cercando – grazie all’installazione di un centro medico – di assistere più di 2 mila persone, molte delle quali bambini.

D. – La carestia non è l’unico grave problema che affligge la Somalia. Anche voi avete avuto difficoltà: che cosa è successo?

R. – La situazione si è aggravata alla fine di agosto e abbiamo dovuto evacuare i bambini e lo staff del Villaggio Sos e della clinica presenti a Mogadiscio, a causa degli scontri tra le truppe governative e i ribelli di al Shabaad. Ora i bambini si trovano in un’area chiamata “chilometro 13” nel territorio di Afgooye; purtroppo, però, non siamo certi che la situazione possa essere tranquilla nemmeno in quell’area, proprio perché gli scontri sono efferati e difficili da monitorare. La Somalia è stata e continua ad essere teatro di scontri: c’è una vera e propria anarchia!

D. – Sos Villaggi dei bambini è presente anche in Etiopia e in Kenya: qual è lì la situazione?

R. – In Etiopia interveniamo nell’area di Gode, che è l’area più colpita. Le dico solo che siamo passati da 371 a 3 mila famiglie. In Kenya, invece, siamo presenti nell’area più colpita, che è l’area di Marsabit: abbiamo fornito acqua e cibo a più di 3 mila bambini che, tra l’altro, sono i bambini che continuano a frequentare le scuole primarie presenti nell’area, nonostante la carestia. Oltre ai bambini, evidentemente, noi ci occupiamo anche di dare assistenza alle famiglie, e quindi parliamo di circa 2 mila famiglie.

D. – La comunità internazionale si sta interessando adesso della Somalia. Voi vedere dei cambiamenti concreti sul terreno?

R. – L’intervento della comunità internazionale sta aiutando ad approvvigionare queste famiglie, soprattutto i bambini. Purtroppo, però, la situazione non è assolutamente serena, e questo lo stiamo vedendo in Somalia, ma lo vediamo anche in Etiopia e in Kenya dove continuano ad arrivare disperati che percorrono centinaia di chilometri … Stiamo cercando di dare quello che manca: cibo e acqua.

D. – Come si possono sostenere i vostri programmi di aiuto?

R. – Collegandosi al sito www.sositalia.it si può sostenere il programma di emergenza Sos proprio nel Corno d’Africa. (gf)







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